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Salvator Angelo Spano: una vocazione al servizio della gente
 

Nell’anno in cui ricadono le Celebrazioni del Centenario di G. Dessì, la Fondazione ha voluto rendere meritato omaggio ad un’altra figura importante di Villacidro con un convegno dal titolo “Letteratura, spiritualità e pensiero politico in Salvator Angelo Spano” tenutosi sabato 21 Marzo nell’Auditorium “Santa Barbara” e coordinato dal Direttore della Fondazione Mauro Pittau. Dopo i commossi saluti del Presidente della Fondazione, Massimo Murgia, e delle autorità, I. Fanni Sindaco di Villacidro, Mons. G. Dettori, Vescovo di Ales -Terralba, R. Pinna e G. Orrù, Assessori alla Cultura provinciale e comunale, sono intervenuti gli autorevoli relatori che hanno esaminato la personalità di Salvator Angelo come politico, letterato e uomo di profonda fede, mentre l’artista Efisio Cadoni durante le pause ha mirabilmente letto alcune poesie in sardo scritte dallo Spano. Tre aspetti di un’unica personalità, l’uno complementare dell’altro, oppure, se si volesse fare una classifica, bisognerebbe mettere al primo posto la sua fede, ricevuta prima di tutto in famiglia, coltivata in parrocchia e nei gruppi giovanili e via via nell’impegno a raggio sempre più ampio, nell’Azione Cattolica, successivamente nella Democrazia Cristiana, fino ad essere eletto Presidente della Regione Sardegna nel 1972. Una fede, la sua, che costituiva motivo del suo vivere, del suo agire nel sociale e nel politico, negli studi e nelle sue opere letterarie per le quali ebbe diversi riconoscimenti ufficiali. Il primo relatore è stato l’onorevole Pietro Soddu, già presidente della Regione Sardegna. Egli ha ripercorso tutte le tappe della vita tumultuosa della politica sarda negli anni in cui maturò ed operò lo Spano mettendone in risalto la militanza fin da giovanissimo e l’impegno da assessore e da presidente regionale a favore dell’emancipazione della Marmilla e del Campidano, la sensibilità nei confronti dei contadini, dei minatori, dello sviluppo dell’edilizia scolastica e con l’abbattimento degli interessi nella costruzione delle abitazioni civili. ”Era addentro alla situazione del tempo, servitore della società; da vero cristiano trasferiva le tre virtù teologali nella politica, elementi gestiti nell’umiltà e nella modestia”, ha asserito l’on. P. Soddu. Salvator Angelo Spano si trovò ad operare in un mondo difficile, a rischiare di persona, in quanto si batteva per gli operai senza condividerne la lotta di classe e fungeva da mediatore nelle complesse divisioni e contrapposizioni interne del partito. Il professore Nicola Tanda dell’Università di Sassari ha approfondito invece l’aspetto di poeta e narratore rimarcando la sua capacità di scrivere bene, sia in Sardo che in Italiano, e il suo contributo, come scrittore in limba, alla valorizzazione delle peculiarità e della ricchezza di un territorio. “Così come è importante riconoscere la validità dei nostri scrittori e dei nostri letterati, dei saperi, nella difesa e nel consolidamento dell’autonomia sarda e nella riscoperta della nostra identità.” Mons. Pietro Meloni, Vescovo di Nuoro, riflettendo sulla formazione spirituale di Salvator Angelo e parlando dei favolosi tempi della gioventù impegnata, ha rimarcato la sua vocazione al servizio, all’insegnamento come delegato aspirante, incoraggiato dal parroco mons. G. Diana e da mons. A. Tedde, vescovo dei poveri e dei giovani. Determinante fu l’incontro con Carlo Carretto, poi con i movimenti: fece esperienze con gli Amici del Getsemani, con i Focolarini, i Neocatecumenali, infine con il Rinnovamento nello Spirito Santo, contribuendo alla formazione di un gruppo a Villacidro. Infine nuova pienezza nell’ impegno, nella famiglia e nella Chiesa, fu il suo diaconato. “Servo di Gesù sacerdote, servo della Chiesa universale”. Anche don Antonio Massa, Presidente del Progetto Cultura Diocesano, si è soffermato a parlare della sua splendida e attuale figura di laico. “Cristiano laico a tutto tondo, immerso nel mondo politico, senza condizionamenti, espressione di una spiritualità popolare, un laico che sapeva entrare nella vita della Chiesa, esprimendo con coraggio le sue idee”. Il figlio Giovanni ha ringraziato i relatori e la Fondazione Dessì per avergli permesso una conoscenza più profonda del proprio padre dalla quale trarre nuovo insegnamento. Al termine il coordinatore Mauro Pittau, ha annunciato altri incontri in futuro per un ulteriore approfondimento di questa figura.

 

Dina Madau

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