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Educare oggi: quasi una sfida
 

Uno dei nodi cruciali del nostro tempo è la questione educativa. Si tratta di una urgenza non più rinviabile che non riguarda più soltanto scuola e famiglia, tocca da vicino tutti gli ambiti della vita sociale, della cultura e della collettività. E’ necessario che si affronti tutti assieme partendo essenzialmente da presupposti comuni, dove ad essere coinvolti in primo luogo sono genitori e figli. La ricerca continua di molti giovani, di soddisfare i propri desideri e l’ambizione del “tutto e subito” fa perdere spesso di vista i veri valori e ciò che davvero conta nella vita. La corsa consumistica, in molti casi, non smette di produrre effetti devastanti e pericolosi, vivere poi in funzione della soddisfazione di ciò che è effimero alla fine neppure appaga.Una vita trascorsa nella banalità di ciò che è puramente materiale, rincorrendo amicizie ed emozioni momentanee, rende a lungo aridi e porta alla solitudine. Ecco perché saper interagire nella ricerca di strategie comuni a livello formativo, diventa una priorità per quanti hanno a cuore la crescita armonica di bambini e ragazzi. Tante, invece, sono le occasioni positive che si possono cogliere oggi, più di ieri. E’ dimostrato e confermato, sia dagli addetti ai lavori che da chi ne ha fatto esperienza, quanto siano innumerevoli le finalità positive che ha l’attività sportiva, ruolo non secondario sul piano educativo. In passato milioni di italiani sono cresciuti e diventati adulti e bravi cittadini anche grazie alla pratica sportiva. Lo sport rimane una delle esperienze umane capaci di incidere in modo significativo nella costruzione della persona, purchè i valori che propone non siano quelli delle logiche negative del denaro, del successo e dell’esasperata competitività che caratterizza lo sport professionistico. Inoltre, occorre incoraggiare la diffusione di luoghi educativi e cioè di associazioni che abbiano a cuore la crescita equilibrata dei ragazzi. Lo sport può diventare, se viene inteso elemento essenziale di crescita nel rapporto con gli altri, occasione di dialogo e assunzione responsabile dei propri doveri. Al di là di questo ambito, è comunque non più rinviabile la formazione di educatori che nelle varie discipline attraverso cui si costruisce la personalità di un individuo sappiano essere all’altezza del loro ruolo come è ugualmente importante la realizzazione di nuove strutture aggregative più rispondenti ai tempi. Insomma, sarebbe davvero auspicabile una più stretta collaborazione tra le varie realtà educative (scuola, parrocchie, società sportive, ecc…). La scelta è della famiglia in quanto prima responsabile dell’educazione dei figli e unica vera destinataria dei vari progetti formativi che la società le offre. La parola chiave per quanti hanno a cuore i ragazzi e la loro crescita è “educazione”. E questo si ottiene nella misura in cui si da valore alle relazioni e al dialogo e si rimane ancorati al patrimonio di valori che resta valido perché proprio di ogni cultura e società. La questione educativa interpella per prima la famiglia che è chiamata a riappropriarsi dei suoi compiti più veri. E tutto questo in un tempo in cui ogni giorno, si trova costretta ad una difficile conciliazione tra impegni familiari e lavoro, tra figli da educare e, magari, genitori anziani da accudire, tra bilanci da amministrare con oculatezza e spinte consumistiche imposte dalla cultura dell’effimero. Nessuno mette in dubbio che per essere all’altezza dei loro compiti, oggi, ai genitori è richiesta grande volontà e determinazione. Sostenerla, diventa un’esigenza perché dal suo star bene dipende l’efficacia della sua azione educativa. Bisogna, non solo quando fa comodo, rispettare i diritti della famiglia e ricordarsi sempre che essa resta il luogo primario in cui si apprendono i fondamenti del buon vivere, ma anche mettersi in ascolto delle sue esigenze e delle sue domande.

 

M.Rita Marras

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