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Le visite pastorali dei vescovi di Ales
 

mons. Sanna (1524) e mons. Aymerich (1789)

 

Parte terza. In questi ultimi anni, nonostante i limiti derivanti dalla frammentazione della ricerca, sono usciti alcuni significativi contributi allo studio delle visite pastorali compiute nell’Isola. Si segnala in particolare il primo volume, Il Settecento, curato da Raffaele Callia e Martino Contu, della Storia dell’industria mineraria nel Guspinese Villacidrese tra XVIII e XX secolo, edito nel 2006, al cui interno è inserito un saggio di Giovannino Pinna intitolato Le risposte al Questionario di Mons. Giuseppe Maria Pilo (1762) di Arbus, Fluminimaggiore, Gonnosfanadiga, Guspini e Pabillonis. In un libro in cui si parla dell’attività mineraria di un’area specifica della Sardegna, si inserisce un capitolo relativo al testo di un questionario formato da 12 domande scritte in castigliano che il vescovo della diocesi di Ales Terralba, mons. Pilo, inviò ai sacerdoti delle 43 parrocchie del territorio diocesano in data 31 ottobre 1762, con il fine di raccogliere ulteriori informazioni in vista dell’imminente inizio della visita pastorale. In questo saggio, le risposte al vescovo dei sacerdoti delle parrocchie dei centri minerari di Arbus, Flumimaggiore, Gonnosfanadiga, Guspini e Pabillonis, pubblicate con commento critico, in forma integrale e senza trascrizione, rivelano un particolare interesse non solo sotto il profilo della storia religiosa, ma anche sotto il profilo della storia sociale. «Nelle risposte […] – scrive Pinna – è possibile cogliere importanti tasselli in grado di descrivere anche le condizioni sociali, economiche e comportamentali allora vigenti, secondo un modello culturale di società fondata sull’assolutismo delle classi dominanti (nobiltà e alto clero)». Già nel 1996, lo stesso Pinna, dando alle stampe un lavoro di ricerca su L’opera di mons. Giuseppe Maria Pilo nella diocesi di Ales (1761-1786), pubblicò, oltre alle domande del sopraccitato questionario e la relativa trascrizione, ma senza le risposte, anche le 24 domande – senza le risposte - di un primo questionario, scritto in castigliano, che mons. Pilo spedì, verosimilmente nella seconda metà di luglio del 1761, alle 43 parrocchie che componevano la diocesi di Ales. Un’indagine che si proponeva di «rilevare lo stato generale della diocesi, così da giungere a una prima, dettagliata conoscenza della realtà delle singole parrocchie sotto l’aspetto giuridico, amministrativo e pastorale» prima del suo ingresso in diocesi. Di questa rilevazione, estremamente interessante, corposa e prossima a essere pubblicata da Pinna, mancano purtroppo le risposte di circa un terzo delle parrocchie. Sempre Pinna, nel corso di un incontro culturale intitolato La Parrocchia di Santa Barbara in un inedito del 1591, che si è tenuto il 2 dicembre 2002 nell’Auditorium di Villacidro, ha presentato una relazione, successivamente ampliata e ora in corso di stampa, dal titolo Le visite pastorali in Sardegna fino al XVI secolo, che focalizza l’attenzione soprattutto sulla visita pastorale effettuata nel 1591 a Villacidro dall’arcivescovo di Cagliari, mons. Francesco Dell Vall (1587-1595) e, in maniera più dettagliata, sull’inventario dei beni della chiesa di Santa Barbara. Queste carte si trovano conservate all’Archivio storico diocesano di Cagliari e comprendono il decreto di indizione, scritto in sardo campidanese e il testo dell’inventario, scritto in catalano, e gli inventari delle chiese parrocchiali delle 22 ville visitate. Qualche anno prima, usciva una monografia di Raffaele Callia, Giovanni Battista Montixi. Un vescovo liberale dell’Ottocento, al cui interno dedica un capitolo alla prima visita pastorale del Montixi, compiuta nel 1845, due anni prima della “perfetta fusione” della Sardegna con il Piemonte e, quindi, della fine del Regnum Sardiniae. In tempi più vicini ai nostri, assume particolare rilievo la pubblicazione integrale, con edizione e trascrizione, della visita pastorale del 1524 di mons. Andrea Sanna, vescovo della diocesi di Ales-Terralba, curata da Cecilia Tasca e Francesco Tuveri. Tra le visitationes che risultano essere ancora oggetto di studio e, quindi, inedite - della quale fa riferimento Renata Cau nella propria tesi di laurea intitolata L’opera pastorale di mons. Michele Antonio Aymerich nella diocesi di Ales (1788-1806) - si segnala quella degli anni 1789-1791 di mons. Aymerich, il quale, seguendo l’esempio del suo predecessore mons. Pilo, utilizzerà i questionari di visita, questa nuova tipologia documentaria, per conoscere la realtà pastorale, sociale ed economica della propria diocesi.

 

Manuela Garau

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