Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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La Chiesa parrocchiale ai primi del '900
 

Le relazioni delle visite pastorali, che si trovano negli archivi parrocchiali, rappresentano una delle fonti principali per poter meglio comprendere e ricostruire la storia delle nostre parrocchie. Sia riguardo agli edifici, che alle comunità. Per noi si sono rivelate particolarmente interessanti le relazioni delle visite del 1907 e del 1908 tenute da Mons. Pietro Balestra arcivescovo di Cagliari, e in quel periodo amministratore apostolico di Ales. Dalla prima apprendiamo la disposizione degli altari “Esistono nove altari. L’Altare Maggiore sotto l’invocazione di S. Barbara V. e M. Scendendo in cornu epistolae il 1° sotto l’invocazione di S. Sisinnio M. Il 2° di S. Francesco d’Assisi. Il 3° dell’Assunta ed il 4° della Vergine delle Grazie. Scendendo in cornu evangeli il 1° del Nazzareno, il 2° del Carmine, il 3° di S. Luigi Gonzaga ed il 4° delle Anime.” Infatti l’attuale cappella del Battistero, quella più piccola che sta sotto il campanile, era allora dedicata alle Anime, secondo un’antica tradizione comune a tante chiese della Sardegna. E il Battistero dove era collocato? “Il Battistero si trova nel pillastro tra le ultime due cappelle in cornu evangeli, non è chiuso da cancello, né coperto da conopeo; è però ben serrato, di marmo e fornito di quanto occorre per l’amministrazione del Battesimo.” Ancora più curiosa è quella del 1908, tra le varie disposizioni del vescovo troviamo “[…] 4° Ordiniamo che sulla porticina del ciborio del Battistero sia dipinto il Battesimo di N. Signore[…]. E ordiniamo che lo stesso Battistero sia, quanto prima e possibile, trasportato nella vicina cappella posta sotto il campanile, la quale presenta un luogo più conveniente, ed è provveduta dei cancelli prescritti, che devono circondare il Battistero.[…] 10° Ordiniamo che il simulacro rappresentante S. Isidoro Agricoltore. Che presentemente trovasi nella sacrestia della Chiesa Parrocchiale, coperto da indecente stoffa, sia quanto prima trasportato alla Chiesa succursale di Sant’Antonio da Padova e riposto nella nicchia dell’altare dedicato allo stesso santo,[…] e ordiniamo che in questa chiesa[…] si celebri ogni anno la sua festa. 11° L’altare di N. S. del Carmine non essendo canonicamente dedicato a questo titolo della Vergine, ordiniamo che il simulacro sia trasportato nella chiesa campestre[…] e ordiniamo che nello stesso altare sia posto il simulacro della Vergine di Bonaria[…]. 12° Ordiniamo che il simulacro di Santa Barbara posto in chiesa dentro una nicchia della cappella del Nazzareno si conservi velato perpetuamente, e serva solamente per la processione del giorno della festa, e di altre votive processioni.” Di questi ordini solo l’undicesimo non venne eseguito, infatti l’antico simulacro della B. V del Carmelo rimase al centro della cappella per molti anni ancora, per essere poi spostato nella nicchia laterale (dove oggi si trova il nuovo) e da qui nella chiesa campestre.

 

Giovanni Deidda

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