Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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La nostra storia
 

Il nostro passato è storia e come tale dobbiamo ricordarlo e trasmetterlo. L’argomento del “Buon vicinato” ha destato interesse suscitando molti ricordi, episodi vissuti o sentiti raccontare da anziani. 50/60 anni fa la quotidianità era ancora legata a consuetudini antiche, mentre in America gli elettrodomestici erano già di uso quotidiano da noi si era ancora legati a lavori manuali. Lavare i panni ad esempio era una vera impresa anche se Villacidro aveva fatto un salto di qualità con la costruzione del Lavatoio del 1894 ad opera dell’architetto Cima, ancora oggi oggetto di ammirazione turistica. Nel tempo aveva alleggerito il lavoro delle donne che potevano finalmente lavare i panni in una struttura al coperto e con l’acqua corrente. Per garantirsi la vasca preferita, meno esposta alle correnti invernali, le donne vi si recavano alle prime ore del giorno e ritornavano a casa con i panni da asciugare. Nel bel tempo molte donne preferivano recarsi al fiume a Narti o Seddanus dove c’era la possibilità di far asciugare il bucato su rami odorosi e tornare a casa con i panni asciutti e ben piegati tra rametti di erbe profumate. Ma il bucato al fiume richiedeva tutta una giornata e non tutti potevano dedicarvi tanto tempo. Alternativa al fiume c’era Sa Mitza Manna, poco prima de Sa Spendula, una sorta di laghetto-sorgente dove l’acqua era calda e vi vivevano numerose le sanguisughe che si nutrivano del sangue di coloro che vi tenevano i piedi a mollo costituendo un buon salasso per chi soffriva di pressione alta. Ora di quella Mitza è rimasto ben poco o niente, siamo riusciti a modificare questa sorgente. L’unica bellezza che siamo riusciti a mantenere intatta nel tempo è La Spendula anche se per far spazio alle auto sono sparite le rocce antistanti. La strada che da piazza Seddanus conduceva a Sa Spendula era suggestiva, costeggiata da grandi e vecchie querce che paragonavo a quelle disegnate dal Dorè per la Divina Commedia. Un’altra opera distrutta è Sa Funtanedda che non dava fastidio e non impediva il passaggio delle auto, eppure via anche quella! In piazza Seddanus, ritenendo che la croce con i suoi gradini fosse poca cosa ne venne costruita una più grande che ancora adesso si confronta con quella più piccola che è tornata al suo posto. Tra via Roma e via Regione Sarda scorre il rio Fluminera che ebbe il suo ruolo e fece le sue vittime. Nella Storia di Villacidro del maestro Manno si ricorda un tragico temporale che fece straripare il rio Fluminera quando ancora divideva il paese. In passato non c’erano i ponti che in seguito furono costruiti dall’ingegner Ferraris e che univano le due parti del paese. Chi è vissuto nella zona di Funtanedda ricorda che si teneva sempre a portata di mano una lunga pertica che più di una volta salvò lavandaie travolte da una pioggia improvvisa e violenta. Conoscere la nostra storia ci porta a trarne degli insegnamenti evitando situazioni che possono diventare drammatiche. È inevitabile che se si costruisce ai margini del fiume o in un terreno fragile si corre il rischio di rimanere senza tetto.

 

Mariolina Lussu

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