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In questi ultimi tempi la nostra parrocchia è stata soggetto a diversi lavori di restauro volti al recupero di alcune sue parti nel desiderio di restituire e soprattutto di conservare, nei limiti del possibile, ciò che il tempo ha alterato. Gli interessanti lavori sulla volta della zona presbiteriale, la splendida capilla mayor, residuo dell’originaria struttura gotico-catalana della nostra chiesa hanno permesso il riconoscimento delle cinque immagini poste nelle chiavi di volta della crociera. Le figure rappresentano i quattro Dottori della Chiesa d’Occidente: S. Agostino, S. Ambrogio, S. Gerolamo e S. Gregorio Magno; mentre al centro troneggia per grandezza l’immagine della nostra patrona, S. Barbara, con in mano la palma e l’immancabile torre. Oltre a queste anche il recupero, sempre sulla capilla mayor, di alcuni elementi decorativi, che possono darci solo l’idea di come precedentemente fosse la volta. Ancora, i lavori portati avanti sulle prime due cappelle laterali di destra, dove, in quella dedicata all’Assunta, nella cupoletta sotto il recente strato d’intonaco è stata portata alla luce l’immagine, di gusto popolare, della Vergine che a braccia aperte sale verso il cielo. Solo recentemente poi, si sono conclusi i lavori di recupero e pulizia del marmoreo altare maggiore; splendido esempio di quella nuova tipologia d’altare che a partire dai primi del 1700 si diffuse praticamente in tutte le parrocchiali dell’Isola. Con l’avvento della dominazione piemontese, infatti, si diffuse in Sardegna un nuovo gusto, che abbandonando, soprattutto in relazione agli altari, retabli e strutture lignee portò ad una totale revisione degli arredi interni adottando al posto di quegli lignei, legati ancora alla tradizione iberica, nuovi manufatti marmorei. L’altare maggiore della nostra parrocchiale è databile alla seconda metà del 1700, realizzato da Giovanni Battista Spazzi. Questi faceva parte di una di quelle importanti famiglie di marmorari che provenienti dalla Val d’Intelvi (provincia di Como) hanno lasciato pregevoli opere marmoree in tutta l’Isola. La pulitura dei marmi ha reso possibile una più chiara lettura della pregevole opera, liberando le varie parti dalla sedimentazione di sporco e riportando alla luce la particolare doratura presente nella capigliatura e nel panneggio dei numerosi angeli. Essi, finemente realizzati, s’inseriscono armoniosamente nella struttura dell’altare, facendo da cornice al tabernacolo e nella parte superiore alla nicchia che, affiancata da tralci di vite e grappoli d’uva e conclusa con un elaborato fastigio, accoglie la statua lignea di S. Barbara. Ora risultano evidenti le varie parti decorative tra cui gli eleganti festoni, recanti fiori, che adornano il gradino superiore; nonché lo splendido paliotto (la parte inferiore dell’altare). Suddiviso in tre porzioni reca, all’interno di un elaborata decorazione di tarsie marmoree disegnati fiori e volute, al centro l’immagine di S. Barbara, a sinistra l’immagine di S. Sisinnio che stringe a se, con una corda il diavolo, e nella parte di destra S. Pietro. Oltre alla pulizia dei marmi dell’altare maggiore si è provveduto anche allo smontaggio, alla pulitura e al rimontaggio della balaustra marmorea, che ha permesso di restituire una corretta disposizione delle colonnine e l’eliminazione di parti in cemento a vista che precedentemente presenti ne alteravano l’opera. Ancora in esecuzione è il restauro della lignea bussola dell’ingresso e si auspica che altri necessari lavori vengano attivati e portati avanti per preservare e conservare per il tempo futuro la nostra parrocchiale, segno della nostra fede e della nostra identità.
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