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Ancora domeniche di ordinaria follia
 

Il pretesto è una partita di calcio, l’obbiettivo però degli ultras che di tifoseria hanno ben poco, è sempre quello di ingaggiare uno scontro corpo a corpo, prima con i tifosi avversari e poi con la polizia, o viceversa. Ci sono sempre i soliti che amano i disordini prima, dopo o durante una partita di calcio, come a Roma lo scorso 31 agosto per la partita Roma - Napoli o, se non vogliamo andare tanto lontano, domenica 28 settembre a Serramanna per la partita Serramanna - Torres. Scene da Far West dove i “tifosi” violenti sono a viso coperto, armati di lame, spranghe, coltelli, sassi, bastoni e fumogeni, dove di sportivo non c’è nulla e purtroppo, la violenza è l’unico comune denominatore. Le agenzie di stampa ci informano sul fatto che il 31 agosto, 1500 ultras napoletani hanno assaltato un treno alla stazione di Napoli, costringendo 300 passeggeri ad abbandonare i vagoni; inoltre quattro controllori di Trenitalia sono stati feriti, le carrozze danneggiate e saccheggiate. All'arrivo a Roma Termini i tifosi avrebbero acceso bombe carta e usato gas lacrimogeni mentre le forze dell’ordine li scortavano e li accompagnavano ai bus che li avrebbe condotti allo stadio. Trenitalia parla di danni attorno ai 500.000 Euro. A Serramanna invece circa 400 facinorosi, appartenenti soprattutto al gruppo degli «sconvolts», hanno lanciato pietre all’interno del rettangolo di gioco prima della partita e, successivamente, hanno bloccato il treno diretto a Sassari, all’interno del quale vi erano i supporters torresini, ed hanno lanciato di tutto contro il mezzo. I vetri sono andati in frantumi e, secondo quanto raccontano i tifosi, i feriti sarebbero saliti a quattro. Questi due racconti di “guerriglia urbana” sono solo gli esempi più eclatanti del recente passato, che hanno fatto preoccupare il Ministro dell’Interno e risollevato il problema della sicurezza negli stadi. Il governo si è subito mosso per cercare di prendere provvedimenti immediati: i tifosi protagonisti di disordini e atti di violenza infatti verranno subito fermati e anche denunciati per associazione a delinquere. Per quanto riguarda i fatti di Roma il Ministro Maroni ha affermato "Manderò una direttiva ai prefetti che dispone l'individuazione di tutti coloro che hanno partecipato a quel 'mucchio selvaggio' perché non partecipino alle manifestazioni sportive per i prossimi due anni. Inoltre saranno denunciati alla magistratura per associazione a delinquere". Il Ministro ha anche vietato tutte le trasferte per i tifosi partenopei e disposto controlli speciali per partite che vengono ritenute a rischio. C’è da chiedersi se tutto ciò basterà o, se la violenza che genera violenza, abbia davvero la meglio su qualsiasi tipo di controllo e prevenzione. Purtroppo tutti i provvedimenti presi dopo la morte di Raciti (poliziotto morto negli scontri contro i tifosi del Catania nel febbraio 2007) non sono affatto bastati. Ancora una volta l’Italia fa una magra figura di fronte all’intera Europa proponendo un calcio che non è calcio, o un calcio, come alcuni lo definiscono, ancora malato. Ma non è il calcio ad essere malato quanto piuttosto le persone che stravolgono e annientano il vero significato e il valore dello sport.

 

Stefano Mais

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