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Il coraggio di denunciare
 

Giovanni Falcone, 23 Maggio 1992. Meno di due mesi dopo: Paolo Borsellino, 19 Luglio 1992. Sono questi i nomi e le date di morte di due fra i maggiori esponenti del fronte antimafia: un tempo criticati e temuti per il loro coraggio, oggi stimati e onorati quali eroi italiani. Consapevoli della loro posizione e del loro ruolo, non hanno esitato a compiere fino in fondo il loro dovere, qualunque fosse il sacrificio da sopportate ed essi, fra i numerosi sacrifici che la vita pone dinanzi all’uomo, hanno sicuramente affrontato il più grande: pagare con la morte il prezzo della loro denuncia. Niente mani sulla bocca, nessun tappo alle orecchie, neppure una fetta di prosciutto sugli occhi: hanno parlato, hanno sentito, hanno visto. E così, senza alcun timore, hanno denunciato il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato e tenuto nascosto. “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”: così disse Falcone e, senza ombra di dubbio, i due magistrati italiani sono morti una sola volta. Ma non furono i soli. Altri intrapresero la lotta contro la mafia e fra questi, un cenno a parte, merita Peppino Impastato, famoso per i cento passi che separavano la sua casa da quella di Tano Badalamenti, il boss locale. Non apprezzando fin da bambino il silenzio ricevuto in risposta alle sue domande, nel 1968 si ribella al padre che tenta di metterlo a tacere e lancia la sua sfida allo statuto della mafia. Nel 1977, mentre c’è chi fugge e si nasconde, Peppino si presenta alle elezioni comunali animato dal desiderio di cambiamento, ma due giorni prima del voto viene fatto saltare in aria sui binari della ferrovia con sei chili di tritolo. “Incidente sul lavoro” prima, “suicidio” poi: questi i verdetti. Sono stati necessari ben 20 anni perché la Procura di Palermo rinviasse a giudizio Tano Badalamenti come mandante dell’omicidio. Questi personaggi sono a tutti gli effetti passati alla storia. Chissà però se i valori da loro perseguiti e le loro azioni sono rimaste solo inchiostro su pagine di libri ormai sbiaditi o se si sono ben radicate nell’animo degli uomini, perché solo così si può tenere viva la convinzione che la giustizia non è solo un’illusione.

 

Loredana Garau

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