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Il 21 Ottobre il nostro oratorio ha riaperto le porte, con una veste nuova. Abbiamo iniziato con l’animazione della domenica sera, per bambini e ragazzi. Il tema che ci accompagnerà quest’anno è quello della famiglia. Più volte il Papa ha invitato la Chiesa a riflettere sul tema della famiglia oggi. Questa tematica è più che mai attuale; soprattutto in una società in cui si stanno perdendo e non si riesce a trasmettere come prima i valori veri, sia umani che cristiani. Per questo motivo come parrocchia sentiamo la necessità e l’urgenza di aiutare i genitori nel difficile compito dell’educazione dei propri figli. L’oratorio vuole essere una risposta alle tante richieste di sostegno e di aiuto delle famiglie, che chiedono un luogo sicuro per i propri figli, con educatori preparati e formati. Come oratorio siamo fortunati, in quanto abbiamo molte persone adulte e giovani che offrono, ormai da anni, il loro servizio per il bene dei ragazzi.  Ma servono anche forze nuove, perchè in oratorio c’è sempre da fare, il tempo non basta mai e noi siamo chiamati a spendere molte energie per i nostri ragazzi e giovani, che rappresentano il futuro della nostra comunità. Essere educatori è un compito molto difficile, educare è un'arte, che si acquisisce con l'esperienza, la pazienza e l'umiltà. E l'esperienza la si fa sperimentando, augurandosi di sbagliare il meno possibile, anche se l'errore lo si deve sempre mettere in conto! Quanti genitori sussurrano e sospirano che al compito dell'educazione e al ruolo di educatori non sono mai stati preparati e formati. Si vive spesso di buon senso, di memoria storica, di imitazione ed emulazione delle esperienze migliori attuate dai propri genitori.
Ma - si dice, e giustamente - i tempi sono cambiati; la cultura non è più quella di una volta. E' cambiata la società in modo repentino, imprevedibile e con essa l'istituzione familiare, che della società è la cellula prima e vitale. E poi - si dice, e sempre giustamente - la famiglia, ormai, si trova pressoché quotidianamente a dover opporre resistenza a situazioni sociali diverse: la scuola, il tempo libero, le amicizie, i messaggi radio-televisivi e dei mass-media in genere. . . Vi sono poi i momenti difficili, dati dalla psicologia dell'età evolutiva degli adolescenti e dei giovanissimi, con i loro lunghi silenzi e la loro apatia. Una sintesi straordinaria dell'azione educativa l'ha formulata Antonio Rosmini, quando scrisse che educare vuol dire 'rendere l'uomo autore del proprio bene. 'Nell'opera educativa occorre avere la grande pazienza di saper individuare i bisogni e le esigenze dell'educando, conoscendoli profondamente. Nessun buon educatore si prefigge un programma educativo e lo impone. Questo non sarebbe educare! L'educare suppone un conoscere l'educando; conoscere le sue attitudini, i suoi interessi, le sue inclinazioni naturali, ecco perché in oratorio soprattutto nell’attività domenicale cerchiamo, con diverse dinamiche che vanno dal gioco al dialogo in gruppo, di conoscere meglio i ragazzi la loro vita, il loro modo di pensare e ragionare. La parrocchia con l’oratorio, vuole offrire un alternativa ai nostri ragazzi; non più la strada, i bar o le piazze che non sono più luoghi sicuri, ma si vuole dare alle famiglie uno spazio tranquillo e sano che contribuisca alla crescita dei propri figli. Da questo cammino fatto insieme potranno nascere e crescere giovani capaci di fare della loro vita un dono per gli altri. E’ da qui che nascono gli educatori per il futuro, da qui si pongono le radici di un amore che diventa dono nel volontariato, nella famiglia, o se il Signore vorrà in una riposta che investe tutta la vita, quella sacerdotale o religiosa.
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