Parrocchia Santa Barbara Villacidro
Piazza S. Barbara, 2 -- 09039 Villacidro (CA) ITALIA Tel. e fax: +39 070932018
Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
siete in: home > IL GIORNALINO > Novembre 2007 > Una testimonianza dalle
     
Una testimonianza dalle favelas di San Paolo
 

Caro don Giovannino.
La raggiungo dal lontano Brasile dove mi trovo ospite del centro missionario di Embu Guacu della Comunità Missionaria di Villaregia; ho colto con entusiasmo questa opportunità datami per conoscere questa terra popolata da decine di migliaia di poveri che vivono nelle “favelas” della periferia di San Paolo. Ha competenza di questa area, la parrocchia Santissima Trinità nella diocesi guidata d un Vescovo italiano, molto attivo nonostante l’età, e molto entusiasta dell’attività dei missionari. Il territorio è molto vasto e la parrocchia è suddivisa in 12 Cappelle più o meno grandi (alcune sono poco più che stanzette dove trovano posto solo alcune decine di persone) e tutte frequentate da bambini, giovani e adulti che durante le messe o le liturgie della parola, le animano con canti e gestualità lontano dalla nostra tradizione religiosa; i quli però sono, mi permetta di dire, particolarmente suggestivi e coinvolgenti, espressioni di lode al Signore manifestate con tanta gioia e allegria.
In queste settimane di permanenza ho visto tantissime persone misere non solo materialmente, ma anche povere di valori e rapporti con il prossimo, e coloro che stanno conoscendo la Parola di Gesù sono finalmente felici di avere trovato un rifugio sicuro per sé e per i propri cari. La condizione di vita di questa gente è molto difficile, e nonostante tutti abbiano un lavoro, il salario non è sufficiente a far vivere dignitosamente tante famiglie numerose che abitano in casupole con piccoli ambienti destinati i pasti e al riposo; locali spesso divisi solo da una tenda, privi di arredi, qualche branda, armadi logori o fili con appesi indumenti laceri e consumati dal tempo, una cucina con un lavandino, un frigorifero, un televisore, un mobile sgangherato per le poche suppellettili, un tavolo, poche o nessuna sedia, tant’è che non avendo l’abitudine di fare famiglia a tavola, ognuno consuma il proprio pasto in tempi e luoghi differenti. Quattro mura con un soffitto in eternit, fredde d’inverno e roventi d’estate, con pavimenti privi di piastrelle, tavole putride al posto di finestre e porte, per cui quando si deve fare entrare la luce solare non c’è nulla a protezione del freddo, in alternativa ci si deve accontentare della luce fioca di lampadine, quando ci sono!; infine, una latrina, che quando va bene non è all’interno … e la lascio immaginare !!! Sto conoscendo condizioni di vita veramente miserevoli; ma un aspetto di questa gente mi lascia sconcertata, malgrado il trascinare della loro esistenza, non mi hanno mai privato dei loro sorrisi, del calore degli abbracci che mi avvolgono tutte le volte che li incontro e sto insieme a loro … DISARMANTE111 Spesso con i missionari vado nelle case per una visita, un incontro con questi fratelli “più piccoli”, e l’accoglienza è squisita, nella loro povertà colgo il piacere di offrirci un caffè, un bicchiere di latte o un biscotto, segni inconfondibili di condivisione fraterna.
Oltre a tutto questo però, “graças a Deus”, c’è un’immensa parte di popolazione che ha cura di sé e della casa, persone che vivendo in quartieri dove le acque delle fogne scorrono lungo le cunette di strade poco o per nulla illuminate, e dove i rifiuti abbondano lungo i marciapiedi, sta cercando di migliorare la propria condizione e esaltare le potenzialità di migliaia di giovani che vogliono vivere una vita migliore, come meritano e come si stanno guadagnando con il lavoro e lo studio. Giovani che stanno crescendo con una grande voglia di riscatto nei confronti della società opulenta nella quale sguazzano i ricchi con macchinoni e ville lussuose, ubicate quasi in prossimità delle favelas; case con giardino e piscina, cinte da alte mura e sorvegliate da guardie private ai cancelli di ingresso, oppure i grattacieli di San Paolo con eliporto annesso sulla sommità dei fabbricati, abitati da una borghesia ben lontana dalle centinaia di migliaia di poveracci che affollano le periferie delle metropoli brasiliane.
Questa, don Giovannino, è solo una parte di ciò che ho avuto modo di vedere, avrò comunque piacere appena farò rientro a casa, di continuare la mia chiacchierata per poter riflettere insieme a Lei di questa mia straordinaria esperienza di vita tra i poveri. La saluto caramente con tanta stima.
A presto.

 

Bruna Frongia

  <<Torna ai titoli
  Pagina:    1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15   16   successivo>>
   
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
     
         
       
sito realizzato da: Francesco Chia      
Copyright ©2004