Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Una Missionaria in Brasile
 

Il 18 aprile il CIF ha invitato alla sua riunione suor Anna Rita Bolacchi, missionaria nel nordeste del Brasile e precisamente nel Maranhão, uno dei 26 stati di questo immenso paese che è il giovane Brasile. Scoperto nel 1500 dai navigatori portoghesi, è ancora una terra ricca di promesse e non densamente popolata rispetto alla sua vastità. E’ terra di grandi contraddizioni e di ingiustizie sociali: alle aree di forte sviluppo industriale e agricolo si contrappongono vaste aree di arretratezza e di miseria. Anche se l’ultima campagna presidenziale aveva come slogan la sconfitta della fame, la promessa non si è ancora realizzata e la sopravvivenza di bambini e adulti delle fasce più povere è affidata all’opera dei missionari e volontari. Nelle tristemente famose favelas, a ridosso delle città in uno stato di miseria e degrado, vivono centinaia di migliaia di brasiliani che lasciano le campagne dove c’è solo sfruttamento della manodopera da parte dei latifondisti. La vita è dura anche nei villaggi dove opera suor Anna Rita con le sue consorelle brasiliane, appartengono alla parrocchia di San Pedro che comprende un vastissimo territorio, tanto che l’unico sacerdote che la presiede riesce a visitare ciascun villaggio ogni tre mesi. Le capanne sono fatte di canna e argilla, una di queste è riservata all’Eucaristia conservata per le domeniche in cui non verrà il sacerdote. Nel villaggio tutto il peso della famiglia è affidato alla donna, gli uomini sono lontani in cerca di lavoro o vinti dall’alcool della canna da zucchero. La donna per rimediare qualche soldo raccoglie i babasù, una specie di noce di cocco e la canna da zucchero, quando non basta la raccolta spontanea si ricorre a quella di mezzadria. Il babasù è un frutto prezioso: il guscio, faticoso da tagliare, messo a seccare serve da combustibile, il succo è molto nutriente, mentre i quattro o cinque semi sono ricchi di olio che serve sia come alimento che per fare il sapone e da baratto per altri legumi. Tutto può essere utilizzato: i gusci delle uova vengono tritati per diventare pappa, anche la buccia delle banane seccate e tritate riempiono … il pancino. Secondo i dati forniti dalla Conferenza dei Vescovi ogni anno muoiono 123 mila bambini sotto i 5 anni per denutrizione o malattia. Alla scuola non gratuita accedono solo i bambini con la divisa e con tutto il bagaglio scolastico. Il lavoro di suor Anna Rita e consorelle consiste nel far scuola materna ed elementare a 426 bambini di villaggi che non possono accedere ad altre scuole, nel visitare le famiglie, consigliare e istruire le mamme per la crescita dei figlioli esortandole a produrre anche lavori artigianali, infine nel preparare le ceste basic, ciascuna con il necessario per sfamare una famiglia, questo grazie alle offerte degli amici sardi. L’acqua rimane sempre un grave problema perché anche quella spontanea non è potabile, soltanto scavando fino a 300 metri la si ritroverebbe. Il filtro che con la generosità di tanti A. Rita ha comprato serve a trattenere terra e minerali, ma non la rende potabile. Per ora fra le poche cose che suor A. Rita porterà con sé tornando in missione, oltre i nostri affettuosi auguri, sarà una buona provvista di spilli di sicurezza, graditissimi alle mamme per chiudere i lembi dei panni di questi bellissimi e sorridenti bambini. Ma soprattutto suor A. Rita e le sue consorelle trasmettono la ricchezza del loro cuore, l’amore di Dio per gli ultimi, la speranza di migliorare la quotidianità con la condivisione totale con coloro che assistono.

 

Mariolina Lussu

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