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Cosa mi aspetto dal domani
 

Più ci si pensa su, meno si hanno le idee chiare. Succede sempre così, soprattutto se la scelta riguarda il proprio futuro, le proprie aspettative, i propri desideri. Cosa farai da grande? O meglio come impiegherai la tua vita? Una ragazza dell’ultimo anno di Liceo si sente spesso ripetere questi interrogativi, dagli altri e da se stessa. Manca la risposta però. Ci vengono presentate numerose opportunità, decine di università con tanti indirizzi, una gran quantità di possibili vite future. Più carte possiamo scegliere, più è difficile decidere. Ci sono tantissime sollecitazioni è vero, la scuola attraverso l’orientamento si pone in prima linea per cercare di indirizzare i suoi alunni, le università stesse si propongono attraverso incontri e conferenze, ma trovare la strada giusta non è semplice. Mi chiedo spesso: ma è tutto qui? Sono queste le uniche opzioni che ho? La Sardegna offre questo, prendere o lasciare. “Il Continente”? E’ impresa ardua per molte famiglie mantenere un figlio nella penisola, nonostante molte lo facciano pur di assicurare una buona istruzione ai figli. Invidio molto gli altri ragazzi che hanno già deciso “che fare dopo il diploma”, che sfogliano curiosi e preoccupati i libri sui test di ammissione, che raccolgono più informazioni possibili sulla “loro” facoltà. Li invidio, ma allo stesso tempo non riesco a preoccuparmi di me e del mio futuro; molti ragazzi sono nella mia condizione e le pressioni subite dalla famiglia, dai professori, dai compagni, non aiutano di certo. L’indecisione non è sintomo di debolezza, non significa non aver carattere o non aver maturato ancora una personalità, significa semplicemente non aver chiaro quello che si vuole essere tra dieci anni. Intraprendere un corso di studi solamente per non rimanere fermi o per avere giusto una laurea in qualche cosa sarebbe l’errore più grande. Ai ragazzi che non hanno ancora deciso quale strada intraprendere dico: iniziate almeno a valutare tutte le opzioni possibili, quello che è più vicino a voi, ai vostri interessi e alle vostre attitudini, prendetevi qualche sera per scartare ciò che non vi soddisfa e lasciate sulla scrivania ben in vista quello che vi interessa in modo da non perdere niente. Ai ragazzi che come me hanno già pensato abbastanza, forse troppo, senza cavarne piede, dico: non disperatevi troppo, non porterà a nulla, non riguardate depliant di università già guardati mille volte e scartati, non ascoltate le conversazioni dei vostri amici proiettati con la mente al prossimo anno di studio, vi metterà ancora più fretta e preoccupazione, guardate bene dentro voi stessi e cercate di capire che siete e cosa volete, poi guardatevi attorno. Il tempo sicuramente vi aiuterà.

 

Claudia Loi

 
  "Sulle ali della Fantasia": saggio musicale per banda
 

Mercoledì 25 aprile 2007, nella palestra della Scuola Media di via Stazione, dalle ore 16.30 i cinquantaquattro allievi della Scuola di Formazione e Orientamento Musicale per Banda si sono esibiti presentando al pubblico il lavoro svolto sotto la guida dei docenti che seguono le diverse classi di propedeutica, solfeggio e strumento. Il programma svolto dai docenti ha tenuto conto delle qualità individuali dei giovani e della loro capacità di suonare in gruppo. Si sono così alternati i solisti ed i gruppi in ensemble. Mentre le classi della propedeutica che fanno parte del progetto “Musica in gioco” hanno aperto il saggio con giochi musicali e canzoni. I docenti che seguono gli allievi sono Marco Caboni, coordinatore della Scuola, che insegna solfeggio e ottoni, Massimo Aztori, tastiere, Stefania Tamburini, solfeggio e propedeutica, Silvana Marras, flauti, Patrizia Scintu, ance, Gabriele Ciccone, percussioni e Maurizio Floris, sax. L’Associazione musicale in questi anni ha investito molto sulla formazione utile e necessaria a sollevare il livello tecnico e artistico del complesso bandistico. I Componenti l’organico della Banda e del gruppo in ensemble PrimArmonia” sono stati formati nella scuola dell’Associazione. Il saggio è un appuntamento che si svolge da 6 anni e per gli allievi rappresenta un impegno anche perché per molti di loro è il primo contatto col pubblico.

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