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Da settembre parte la riforma di licei e istituti tecnici
 

La riforma delle superiori è davvero giunta all’ultimo atto. Con il via libero definitivo ai tre regolamenti attuativi da parte del Consiglio dei Ministri è stato completato l’iter della così detta “Riforma Gelmini”. Come ha spiegato lo stesso ministro si è proceduto a una razionalizzazione dei percorsi di studio, con una ridefinizione delle materie fondamentali e del quadro orario, introducendo maggiore flessibilità nel percorso di studi e valorizzando l’autonomia delle scuole. Per tutti gli indirizzi vengono stabilite le materie fondamentali. Agli istituti si assicura la possibilità di usufruire di una quota di flessibilità del 20% nel primo biennio e nell’ultimo anno e del 30 nel secondo biennio (negli istituti tecnici questa quota potrà essere aumentata). La novità maggiore della riforma è l’introduzione al quinto anno di una materia non linguistica da insegnare non in italiano e questo per “allinearci alle migliori esperienze del resto dell’Europa”. Le ore settimanali di insegnamento previste per i licei sono 27 per il primo biennio, 30 per gli altri tre anni. Negli istituti tecnici e in quelli professionali, invece, saranno 32. L’ora si intende di 60 minuti effettivi. I nuovi licei saranno ridotti a sei. Al classico sarà introdotto lo studio della lingua straniera per tutto il quinquennio, mentre al linguistico, fin dal primo anno saranno obbligatorie tre lingue straniere. Nello scientifico aumenterà l’importanza della matematica e delle discipline scientifiche. L’artistico, a sua volta, verrà articolato in sei indirizzi. C’è poi il liceo delle scienze umane in sostituzione di quello sociopsicopedagogico, anche con l’indirizzo economico sociale e il nuovo liceo musicale-coreutico che attiverà convenzioni con conservatori e accademie di danza. Gli ultimi due sono di nuova formazione. Gli istituti tecnici, a loro volta, saranno suddivisi in due settori (a fronte dei precedenti 10) con complessivi 11 indirizzi (prima erano 39). Nel primo biennio le discipline scolastiche garantiranno l’acquisizione dei saperi e delle competenze previsti per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione fino ai 16 anni. Nel secondo biennio e nel quinto anno si caratterizzerà per l’approfondimento delle discipline di indirizzo. Viene assicurato lo studio dell’inglese e delle scienze integrate e potenziato il rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni. Per gli istituti professionali, infine, sono previsti solo due macrosettori per un totale di sei indirizzi. Sono previste qualifiche dopo il primo triennio e diplomi dopo i quattro anni. Nel percorso quinquennale è previsto il potenziamento delle attività di didattica laboratoriale e la possibilità di alternanza scuola-lavoro per apprendere anche attraverso un’esperienza diretta. Come si vede c’è una riduzione drastica di indirizzi e la soppressione di tutte le sperimentazioni che non spariranno là dove sono state già avviate. Sarà inoltre valorizzata l’autonomia dei singoli istituti che gestiranno parte del percorso formativo. In totale dunque restano in piedi 6 licei, 11 indirizzi tecnici e 6 professionali. La riforma partirà a settembre con l’inizio del nuovo anno scolastico e riguarderà, ovviamente, le prime classi. Già sono note le reazioni, in gran parte condizionate dalla collocazione partitica. Le associazioni, tuttavia, sembrano già d’accordo nel riconoscere che si tratta di una occasione da non sprecare.

 

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