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Sognare, ma coi piedi per terra.
 

“I sogni son desideri”, recitava una canzone del passato. E i desideri non sono una realtà astratta, ma l’evidenza che si è vivi e giovani, nonostante l’età anagrafica. Ricordava Spinoza che “il desiderio è l’essenza dell’uomo”. Sperimentare l’intensa forza del desiderio è segno che si è proiettati verso il non ancora che si vuole costruire e raggiungere. Un lavoro gratificante, una relazione affettiva che consenta la piena realizzazione di sé e la salute, sono solo alcuni degli scenari più ricorrenti nella mente e nel cuore di una persona che sogna. Si potrebbe anzi affermare che la capacità di desiderare dà sapore al vivere in quanto consente di mettere a fuoco ciò che veramente sta a cuore in prospettiva del proprio futuro. Naturalmente occorre stare attenti anche a non confondere i desideri con i castelli in aria. Per dare concretezza ai sogni infatti è necessario tenere i piedi per terra, senza sfuggire alle dinamiche della realtà quotidiana. Bisogna evitare di rifugiarsi in un mondo fantastico e rimboccarsi giorno dopo giorno le mani e lavorare con tenacia perché tutto ciò che è alla nostra portata abbia a realizzarsi. E quanto più si coltivano desideri e sogni impegnativi tanto più si è sospinti a conseguire mete elevate e a porre in atto con impegno tutta la volontà e la perseveranza di cui si è capaci. Custodire e accarezzare i sogni, allora, significa indirizzarsi verso mete e traguardi esigenti impegnandosi poi a realizzarli. Certo, non tutti i desideri sono da considerarsi autentici ed espressione del proprio mondo interiore. Non sono da considerarsi tali quelli che già il buon senso definisce effimeri e vuoti e che vengono generati dalle mode passeggere e dai falsi bisogni. L’affettività usa e getta, la ricerca ossessiva del soddisfacimento immediato, l’avere tutto e subito, il divertimento che non crea relazioni, il compromesso sistematico anche con se stessi, non possono essere ritenuti desideri forti e capaci di dare risposte alle proprie attese più profonde. In questi casi, al massimo, si raggiunge un appagamento momentaneo che non costruisce futuro e che non dà felicità. I sogni e i desideri devono rispecchiare le attese più profonde del proprio io e non risultare asserviti alla mera convenienza del momento. Si potrebbe parafrasare una famosa massima e affermare: “Dimmi quali sono i tuoi desideri e ti dirò chi sei”. Può darsi che chi vive alla giornata creda che coltivare sogni così alti significhi vivere nell’utopia, da visionari. Può darsi. Chi davvero ama se stesso e la vita, tuttavia, sa che non meritano attenzione, non si lascia condizionare e continua a dare voce alle sue attese più autentiche.

 

Don Giovannino

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