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A scuola di civiltà
 

Messaggini, chiamate, foto, video… Sono i passatempi preferiti dei giovani d’oggi, e non solo nel tempo libero. Infatti da un po’ di tempo l’uso del telefonino e del videofonino è diventato una consuetudine anche in ambito scolastico, talmente diffusa e problematica da richiamare l’attenzione del Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, il quale ha stabilito che d’ora innanzi nessuna scuola potrà più esimersi dall'inserire nel suo regolamento lo stop ai telefonini e le relative sanzioni per gli indisciplinati. Il ministro ha inoltre chiarito che il divieto riguarda allo stesso modo anche gli insegnanti. Telefonini spenti in classe quindi, niente più messaggini durante le lezioni e niente più immagini con i videofonini. L’utilizzo del cellulare in aula infatti è innanzitutto motivo di disturbo della lezione, in secondo luogo risulta essere anche vero oggetto di scandalo. Grazie ai modelli sempre più sofisticati di videofonino dotati di videocamera che consente registrazioni lunghe decine di minuti, i ragazzi si divertono a creare video che hanno come oggetto, nella maggior parte dei casi, atti di violenza, di vera e propria prepotenza nei confronti di compagni e docenti. Ci si chiede: cosa spinge i giovani a fare questo? Sicuramente un insano divertimento che trova la sua realizzazione nel deridere l’altro o nel vedersi protagonisti di azioni assurde, che vanno contro le regole. Anche per questo problema si stanno ipotizzando una serie di modifiche allo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998, con l'intento di intervenire in materia di bullismo. In caso di fenomeni particolarmente gravi infatti, si potrebbero stabilire una serie di sanzioni più rigorose, come la non ammissione allo scrutinio finale o all'esame di Stato, oppure ancora, una sospensione che potrà superare anche i 15 giorni. Gli studenti ribelli potranno poi essere indirizzati a svolgere una serie di servizi di utilità sociale (pulitura aule, piccole manutenzioni, svolgimento di attività di volontariato, ecc.). Negli ultimi giorni il Ministro Fioroni, preoccupato per la situazione, si è anche soffermato sulla responsabilità professionale di presidi, professori e personale scolastico, ricordando che il dovere di vigilanza sui comportamenti degli alunni sussiste in tutti gli spazi scolastici e necessita la tempestiva segnalazione alle autorità competenti di eventuali infrazioni, episodi di violenza e bullismo. Ci si attende, logicamente al più presto, una buona risposta dall’intero mondo della scuola, il cui scopo principale è sempre quello di formare dei civili cittadini consapevoli del rispetto reciproco e dei propri diritti e doveri.

 

Stefano Mais

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  Dalla parte dei minori
 

Il CIF, Centro Italiano Femminile di Villacidro, ha indetto l’8 Marzo un convegno dal tema L’Affido, una scelta coraggiosa.
Relatrici le dottoresse Lucia Polo, Mariettina Usai, Lorena Lai e la presidente provinciale del CIF Andreina Minuzzi Caddeo. Il convegno si è svolto in Seminario. L’importanza dell’argomento ha suscitato attenzione e interesse nel numeroso pubblico. Contrariamente all’Adozione che è un rapporto definitivo in cui il minore adottato perde i legami giuridici con la famiglia d’origine, quando questa esiste, l’Affido è un prendersi cura di un minore temporaneamente fino a che sia superato il disagio, il problema che questi ha in famiglia. L’Affido è disciplinato dalla legge 149, tale legge precisa che i bambini hanno diritto ad essere educati e a crescere nella propria famiglia, ma se questa non è in grado di adempiere ai suoi doveri, i minori possono trovare nell’ambito di un’altra famiglia i presupposti per una sana crescita. Le caratteristiche dell’affido sono la temporaneità, che durerà fino a quando permane la situazione difficile in famiglia, il mantenimento dei legami con la famiglia d’origine e la previsione del rientro in famiglia. L’Affido è consensuale quando la famiglia riconoscendo la propria incapacità accetta di dare in affido temporaneo il proprio figlio. L’affido giudiziario è quello richiesto dal tribunale dei minori nei casi più gravi in cui si deve intervenire subito affidando i minori ai servizi sociali che troveranno una sistemazione adeguata. Il CIF provinciale dal 1994, poiché le famiglie disposte all’affido sono insufficienti rispetto al numero dei minori a disagio, si adopera perché la legge sull’affido sia divulgata anche con concorsi e percorsi educativi nelle scuole. A tale scopo è nato nel CIF il Centro “Insieme per l’affido” affinché si sviluppi la cultura dell’affido con tutti i problemi e responsabilità che questo comporta. Tale Centro si appoggia all’Assessorato della Sanità e ai Servizi Sociali della Regione. Se si è disponibili a divenire famiglia affidataria il Centro propone incontri con la psicologa per un percorso informativo e poi formativo e visite domiciliari. Poi si uniranno le risorse, le disponibilità della famiglia con i problemi del minore, si farà un progetto a seconda della situazione con un percorso unico e specifico. Molti sono i problemi inerenti anche ad un affido temporaneo per cui il personale specializzato del Centro appoggerà e lavorerà con la famiglia. Per quanto riguarda l’aspetto economico, affinché il minore ospite non gravi del tutto sul bilancio della famiglia ospitante verrà corrisposto dal Comune di residenza un aiuto economico. Non dimentichiamo che inserire un bambino in difficoltà nella nostra famiglia è essenzialmente un atto d’amore. Villacidro con gli altri paesi del distretto di Guspini formano il Centro Affidi Distrettuale. Per maggiori informazioni il numero del centro è 0709338209.
Il CIF di Villacidro è disponibile ad aiutare chi volesse chiarimenti ai seguenti numeri: 0709329271 – 0709314195.

 

Mariolina Lussu

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