Parrocchia Santa Barbara Villacidro
Piazza S. Barbara, 2 -- 09039 Villacidro (CA) ITALIA Tel. e fax: +39 070932018
Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
siete in: home > IL GIORNALINO > maggio 2008 >Mons. Aymerich vescovo di Ales
     
Mons. Aymerich vescovo di Ales
 

Il 28 aprile da alcuni è conosciuto come “Sa die de sa Sardigna”, la festa del popolo sardo, in ricordo della sollevazione dei cagliaritani e la conseguente cacciata dei funzionari piemontesi da Cagliari e da tutta l’Isola. Pochi però conoscono gli antefatti di questa rivolta: l’autoconvocazione del Parlamento per organizzare la difesa della Sardegna contro il tentativo d’invasione francese, la sconfitta degli stessi invasori e la presentazione delle cosiddette “cinque domande” da parte del Parlamento sardo al re Vittorio Amedeo III. In esse si chiedeva in particolare al sovrano il rispetto dei privilegi e delle leggi fondamentali del Regno di Sardegna e la rivendicazione degli impieghi della pubblica amministrazione ai Sardi, fatta eccezione per la carica di viceré. Tali impieghi infatti erano tutti in mano ai piemontesi. Tra i protagonisti di questi fatti uno è sepolto a Villacidro nella chiesa parrocchiale di Santa Barbara, mons. Michele Antonio Aymerich vescovo di Ales dal 1788 al 1806. Il vescovo faceva infatti parte insieme al canonico Pietro Maria Sisternes per lo Stamento ecclesiastico; a Girolamo Pitzolo e Domenico Simon per quello militare; e a Antonio Sircana con Giuseppe Ramasso per il Braccio reale della ambasceria che il Parlamento aveva inviato a Torino con le domande da presentare al monarca. Proveniva da una delle famiglie più antiche della Sardegna, feudatari di Laconi e Villamar, di origine catalana erano presenti nell’Isola sin dalla conquista catalano – aragonese. Durante il suo episcopato tra l’altro venne fondata nella nostra parrocchia la Confraternita di Sant’Efisio, il 3 dicembre del 1798. come il suo predecessore, mons. Giuseppe Maria Pilo, anch’egli abitò nel palazzo Vescovile villacidrese dove morì il 23 luglio 1806. come detto venne tumulato nella nostra chiesa parrocchiale. Anche il vicario capitolare Serra (+ 1817) e il vescovo mons. Giuseppe Stanislao Paradiso (+ 1822) riposano in Santa Barbara.

 

Giovanni Deidda

  <<Torna ai titoli
 
  World Wide Web:
le nuove frontiere della comunicazione
 

C'è un'immensa ragnatela che avvolge il pianeta: il World Wide Web. Lungo i suoi miliardi di fili invisibili corrono le informazioni sotto forma di parole, suoni, immagini. A cinquecento anni dall'invenzione della stampa, la nuova rivoluzione culturale ha cambiato e sta cambiando il mondo della comunicazione. Nel 1961 il giornalista A.J. Liebling del The New Yorker scrisse una cosa che per molti anni caratterizzò il dibattito sul potere dei media: "La libertà di stampa appartiene a chi possiede i giornali". In effetti a quell'epoca erano poche le persone che possedevano l'autorizzazione a stampare o a trasmettere informazioni per un vasto pubblico, e coloro che avevano qualcosa da dire, ma che non possedevano una testata, trovavano difficile rivolgersi a un gran numero di persone. Ma qualche decina d’anni dopo, l'immenso sistema globale di reti informatiche conosciuto come Internet ha abbattuto quelle barriere. Oggi la libertà di stampa si definirebbe meglio come "patrimonio di chiunque sappia digitare su una tastiera", perché pubblicare informazioni attraverso Internet (il World Wide Web, detta anche WWW o semplicemente "la Rete") è estremamente facile. Anziché essere sottoposta al controllo delle grandi aziende, oggi la comunicazione di massa è accessibile a chiunque abbia un computer, qualche software e la connessione con Internet. Viene da chiedersi cosa avrebbe detto Liebling di questo nuovo mondo fatto di comunicazione computerizzata, che spazia da singoli individui fino a riviste che reclutano migliaia di collaboratori o a versioni web di pubblicazioni prestigiose come il New York Times, il Wall Street Journal e il U.S. News & World Report. Da quando Internet ha ampliato e modificato il mondo della comunicazione, sono cambiate anche le regole e i metodi per presentare e aggiornare i contenuti, le modalità secondo cui sono reclutati e pagati gli inserzionisti e persino il modo di valutare le stesse informazioni in base alla loro precisione e attendibilità. Il World Wide Web esiste e non si torna indietro. Una volta scoperti nuovi modi per imparare e per comunicare, la gente non permetterà che le siano portati via. Le case editrici e i mezzi di comunicazione in questi anni stanno lavorando duramente per tenere il passo con la tecnologia, consapevoli che ormai stanno cambiando anche i dettagli tecnici della rete stessa. Ma i giornalisti e gli editori che si impegnano per approfondire gli aspetti innovativi e di progresso in questi nuovi settori, probabilmente se la caveranno bene come i professionisti che passarono dalla carta stampata alla radio e successivamente alla televisione quando questi mezzi di comunicazione fecero la loro comparsa, decine di anni fa.

 

Stefano Mais

  <<Torna ai titoli
  Pagina:    1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15   16   successivo>>
   
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
     
         
       
sito realizzato da: Francesco Chia      
Copyright ©2004