Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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La legge del più forte?
 

Era circa mezzogiorno e mezzo di una mattina di aprile e mentre assaporavo per un attimo il tepore del sole, la mia attenzione venne catturata dall’incessante andare e venire di due rondini intente ad ultimare il loro nido sul cornicione di una casa accanto. Ho deciso di seguirne la fatica, ammirato e quasi partecipe, anche nei giorni successivi. E intanto immaginavo quello che sarebbe accaduto una volta conclusa la fatica del nido: la femmina deporrà le uova, poi la coppia le coverà e, una volta concluso questo tempo, verrà il momento, misterioso e prodigioso, del dischiudersi della nuova vita di due esserini implumi e famelici. Fu grande invece il mio disappunto nel constatare, da lì a qualche giorno, che le rondini non c’erano più. Al loro posto svolazzavano da padroni i nuovi inquilini: due passerotti. Questi avevano atteso che le rondini ultimassero la costruzione del nido e poi, con prepotenza, le avevano cacciate via appropriandosene. Un fare arrogante e arbitrario che mi fece provare un moto di ribellione e di rifiuto. Ma guarda, mi dissi, perfino tra questi piccoli volatili vige la legge del più forte.
Il riferimento al comportamento di noialtri, animali ragionevoli, fu immediato. E ho riflettuto sulla storia, talvolta lieta e tal’altra triste, e sui molti che con supponenza si aggirano indisturbati tra le case, le fabbriche e le stesse istituzioni a imporre il loro arbitrio e i loro ingiusti egoismi, incapaci di comprendere i drammi altrui, di spezzare il pane della condivisione, chiusi come sono a progettare e a parlare delle loro bramosie e ad aprire spaccature e abissi a salvaguardia di privilegi non dovuti che diventano per le loro coscienze accecamenti alienanti. Una realtà composita dove convivono lo scaltro e l’ingenuo, l’altruista e il malfattore, il depravato e il virtuoso. Mondo variegato e conflittuale chiamato a formare l’unico, impenetrabile bosco di quei minuscoli viventi che siamo noi e dove sembra che si nasca unicamente per scontrarsi in un continuo, ineluttabile divenire di logiche distruttive, in un vortice senza senso e speranza che ci supera e che sa solo di crudeltà. In un simile contesto, - e la vita, nella sua temporalità, è solo questo, - come si fa a non accogliere con gioia la fede in Gesù crocifisso e risorto e a non seguirne l’esempio e la parola? Perché rinunciare alla luce che egli ci dona per ostinarsi a vivere in una spirale in cui tutto si ripete inesorabilmente uguale, senza novità e prospettive di soluzione che non siano la morte e la fine?

 

Don Giovannino

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