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Beato Luigi Boccardo
 

Luigi Boccardo nacque a Moncalieri (TO) il 9 agosto 1861, settimo dei dieci figli di Gaspare Boccardo e di Giuseppina Malerba. Il primogenito era Giovanni, sacerdote, che gli sarà guida ed esempio, nelle varie tappe della vita consacrata. Gracile di costituzione, crebbe nella tranquillità della sua famiglia. Visto la sua inclinazione allo studio, i genitori, contadini, lo iscrissero per il ginnasio al “Real Collegio” dei padri Barnabiti di Moncalieri, già frequentato dal fratello Giovanni. In questo ambiente religioso e con l’esempio del fratello, sentì vivissimo il desiderio del sacerdozio. È ancora il fratello Giovanni, a convincere i riluttanti genitori ad accogliere la vocazione sacerdotale di quel secondo figlio e sempre lui, si assunse l’onere di pagare la retta degli studi per tutti gli anni futuri. Nell’ottobre 1875 “Luigino” entrò in Seminario. Due anni dopo si trasferì a Chieri per la filosofia dove si trovava come direttore spirituale il fratello Giovanni. Qui trascorse gli anni della formazione giovanile, con tutte le problematiche, dubbi, entusiasmi, riflessioni, scoraggiamenti tipici dell’età, ma consigliato e sostenuto dal fratello e dai Superiori. Nell’autunno 1879, passò al Seminario Teologico di Torino ed ebbe come padre spirituale il canonico, poi Beato, Giuseppe Allamano. Fu ordinato sacerdote il 7 giugno 1884. Dopo un anno nel Seminario di Torino, venne destinato, ancora per un anno, a Pancalieri, borgo a 30 chilometri da Torino, dove si trovava parroco il fratello Giovanni. In quel periodo vi fu un’epidemia di colera, con oltre cinquanta vittime. Fu in prima linea nell’assistere i moribondi e gli ammalati. Il beato Allamano, lo volle come vicerettore e padre spirituale del Convitto Ecclesiastico della Consolata, Santuario che sarà determinante nella storia della Chiesa torinese. Infatti, quasi tutti i sacerdoti, santi, beati, venerabili e servi di Dio del XIX secolo, appartenevano a questo Convitto Ecclesiastico, che ebbe come rettore dal 1849 al 1860, S. Giuseppe Cafasso. I due lavoreranno insieme per ben 30 anni dal 1886 al 1916, in completa sintonia. Don Luigi Boccardo continuò così ad essere il direttore spirituale e ad insegnare presso la scuola di religione del quartiere, tenendo conferenze, insegnando liturgia e pastorale, ma soprattutto passando ore ed ore nella preghiera e nel confessionale. Nel 1913 diede alla stampa la sua prima opera ascetica “Il figlio spirituale”, ne seguirono poi molte altre tutte con numerose ristampe. Il 30 dicembre 1913 morì il fratello Giovanni. Il dolore di don Luigi fu grande, doveva tutto al fratello, dalla sua vocazione alla formazione sacerdotale. Nel 1914 venne nominato Superiore Generale della Congregazione. Iniziò così per lui una nuova fase della vita; fatto per la stabilità e il raccoglimento monastici, dovette adattarsi a viaggiare in tutt’Italia per seguire e organizzare le varie comunità sparse ovunque e dividersi tra vecchi, malati, bambini e sacerdoti anziani. Nel 1924 fece riesumare e traslare nella Casa Madre delle suore a Pancalieri, la salma del fratello Giovanni, proclamato poi Beato il 24 maggio 1998 a Torino, da papa Giovanni Paolo II. Intanto la sua salute andava peggiorando. Il 18 gennaio 1932 eresse il ramo contemplativo femminile delle “Povere Figlie di S. Gaetano”, con il compito di pregare per la Chiesa, per il papa e per i sacerdoti. Gli ultimi anni furono per il canonico pieni di riconoscimenti e di dolori. Il 15 marzo moriva la madre Gaetana Fontana, prima Superiora Generale delle Povere Figlie di S. Gaetano e collaboratrice sin dall’inizio del fratello Giovanni e poi di lui. Non si può non accennare alle 1027 lettere scritte da Luigi Boccardo, raccolte in sette volumi, dal 1901 al 1936, dirette a laici, sacerdoti e religiosi, in cui è condensata ed espressa tutta la spiritualità, l’ascesi, la fiducia in Dio, di questo sacerdote, umile, discreto ma attivissimo. Disse di sé: “Tre cose non avrei mai creduto di fare: scrivere libri, fondare ordini di suore e costruire chiese. Le ho fatte tutte e tre!…”. Oppresso da vari malanni, celebrò l’ultima Messa all’altare della Consolata nel suo Santuario di Gesù Re il 26 aprile 1936, poi fu costretto a letto. La sua fibra resistette fino al 9 giugno, giorno in cui morì serenamente e nella massima semplicità. I funerali svolti nel Santuario di Gesù Re, videro la partecipazione di Autorità Civili e Religiose, la bara fu portata a spalla dai Missionari della Consolata. Il 15 novembre 1937, la salma fu traslata dal cimitero al Santuario. Il 12 aprile 2003 è stato dichiarato venerabile ed il 14 aprile 2007 è stata celebrata la sua beatificazione.

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