Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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L'Oratorio e la Confraternita delle Anime tra storia e tradizione
 

Il recente restauro dell’altare ligneo dell’oratorio delle Anime, sa cresia de is Animas, ha evidenziato alcune sue particolarità finora sconosciute che permettono di comprendere meglio le vicende storiche dell’opera, del luogo che la ospita e del sodalizio che per secoli ne è stato geloso custode. Certo i documenti ha disposizione sono veramente pochi, ma di grande valore; tra questi meritano un’attenzione tutta particolare gli statuti della Confraternita delle Anime: un prezioso manoscritto dei primi decenni del XVIII sec. in castigliano e latino, con la coperta originale in pergamena. Da una prima lettura sono emerse delle notizie molto interessanti, già nel frontespizio si dice la confraternita è stata fondata, o forse meglio rifondata, nel 1721 presso la chiesa dell’Annunziata del convento dei PP. Mercedari e trasferita nella chiesa parrocchiale il 26 febbraio del 1724. La dott.sa Farci, nella guida del museo parrocchiale, scrive che la costruzione dell’oratorio deve essere collocata tra il 1724 e il 1728, questo in base a dei documenti conservati nell’Archivio storico diocesano di Ales. Sempre le costituzioni riportano la trascrizione di documenti più antichi risalenti al pontificato di Clemente VIII (1592-1605), che testimoniano tra le altre cose l’aggregazione della nostra confraternita a quella romana istituita nella chiesa di Santa Maria in Via Lata; è forse da collocarsi in questo periodo la sua prima fondazione? Certamente in Santa Barbara era presente una cappella dedicata alle Anime, la prima notizia a riguardo ce la offre la relazione della visita pastorale del 27 febbraio 1645 di mons. Bernardo De La Cabra, arcivescovo di Cagliari. La cappella in questione, quasi certamente, è l’attuale dell’Assunta. Lo stesso paliotto dell’altare ligneo sembra confermare queste notizie: il manufatto è difatti ascrivibile al pieno ‘600 e nel medaglione centrale vi è raffigurata la Vergine con le Anime. In seguito venne dedicata alle Anime l’attuale cappella ove è collocato il fonte battesimale. Anche il titolo del sodalizio non è esattamente quello da noi conosciuto e comunemente usato, ma Venerabile Arciconfraternita della SS.ma Vergine del Suffragio. La confraternita aveva un rapporto del tutto privilegiato con l’Eucarestia; il capitolo tredicesimo delle antiche costituzioni è intitolato proprio Orden del SS.mo Sacramento: da esso veniamo a sapere come per l’associazione era obbligatorio esporre solennemente l’Eucarestia, in forma di quarantore, almeno quattro volte all’anno per suffragare con la preghiera le anime del Purgatorio. Un documento dell’archivio parrocchiale ci informa che ancora nel 1946, il 26 novembre, si svolse una processione eucaristica a conclusione di quarantore, senza però dirci se fossero organizzate dalla confraternita. Dal medesimo capitolo apprendiamo come il sodalizio avesse anche il dovere di partecipare alla processioni del Corpus Domini e delle Quarantore di Pasqua. Ma anche alcuni elementi architettonici ed artistici ci testimoniano questo aspetto eucaristico: sulla facciata vi è una pietra scolpita raffigurante un’ostia circondata da raggi con all’interno il monogramma JHS; sull’altare si trova poi un arredo particolare, l’espositorio eucaristico, conosciuto anche come tronetto, dove si poneva l’ostensorio con l’ostia consacrata all’adorazione dei fedeli. Sono abbastanza diffusi in marmo e metallo, in legno, come il nostro, invece molto rari. Quest’oggetto era proprio degli altari maggiori delle chiese parrocchiali o degli altari di alcune cappelle o oratori che avevano il privilegio e l’obbligo di esporre solennemente il SS.mo Sacramento alla pubblica adorazione. Da un registro di amministrazione di metà ‘800 della stessa confraternita sappiamo della presenza tra i suoi arredi di una sfera (ostensorio). Infine all’interno del tabernacolo è presente una piccola lastra di marmo avvolta con del lino antico: è la pietra sacra, come ci informa mons. Tommasi in uno dei suoi articoli: “ A quei tempi [nel ‘600], in cambio del corporale, si usava collocare entro il tabernacolo, una pietra sacra o “ara”, oltre a quella della mensa”. Speriamo che presto i lavori possano interessare anche il pavimento e le pareti, da cui siamo sicuri verranno fuori tante altre “sorprese”, e che nell’oratorio possano essere nuovamente presenti le altre sue opere d’arte, per primo l’antico e bellissimo simulacro della Vergine del Suffragio (inizi XVIII sec.). E chissà che non possa conoscere nuova vita anche la Confraternita del Purgatorio.

 

G.D.

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