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Per un vero Natale
 

Martin Heiddeger, filosofo del secolo scorso, nel suo “ Sentieri interrotti” così scriveva : “ Il tempo della notte del mondo è il tempo della povertà perché diviene sempre più povero. È diventato già tanto povero da non riconoscere la mancanza di Dio come mancanza”. Questa notte che in questi giorni di dicembre cala così presto, questa notte che imperversa mentre noi ancora pieni di vita ci aggiriamo nelle vie illuminate a festa, tra le vetrine scintillanti, gli alberi di natale che irrompono in ogni luogo e tutto sembra luce, calore, festa. Tutto sembra così ricco, cosi volutamente ostentato perché è festa, ma festa per che cosa? Festa perché Cristo è venuto nel mondo! La storia da allora non è stata più la stessa, ma tutt’oggi tra quelli che corrono per le vie a fare compere, che organizzano grandi festeggiamenti, spendono soldi su soldi per comprare cose prelibate per fare regali, e tutti coloro che fanno festa nella misura in cui possono farlo, perché festeggiano? Perché, noi, festeggiamo? Per Cristo che è venuto nel mondo? Quanta povertà in questi giorni emerge nella nostra umanità, quanta forse, superficialità e indifferenza, di fronte a un mistero così grande, così incomprensibile per noi poveri uomini, di un Dio che si fa carne, che scende dall’alto dei cieli e pone la sua dimora in mezzo a noi. Sosta con noi e per noi. Così grande questo Dio, così difficile da comprendere questo mistero, che molti non si pongono neppure il problema, talmente sembra lontano questo Dio, del sentire la sua mancanza, del non riuscire ad avvicinarsi a Lui, anche in questi giorni di Natale, nei giorni in cui si dovrebbe fare festa proprio per Lui. Quanti in questo Natale ricorderanno che un Dio è venuto in mezzo a loro? Heiddeger diceva bene; siamo cosi poveri, anche se pieni di lucine colorate, di panettoni profumati, di vestiti caldi, da non riconoscere la mancanza di Dio come mancanza. Per molti davvero non è un problema sentire la mancanza di Dio, la cosa importante è festeggiare. Fare festa! Colui che era prima del tempo è divenuto nel tempo bimbo, uomo nella nostra umanità. Dio è venuto su questa terra, è sorto a portare la luce, la luce vera, lo splendore che riscalda il cuore, la promessa di un bene più grande, di un amore più forte di quello che umanamente possiamo considerare. È venuto silenzioso, non volendo nessuna festa, solo l’umile accoglienza dei pastori infreddoliti nella notte della sua nascita, e il silenzio, sempre tanto silenzio. L’Umile tra gli umili. Colui che era stato profetizzato da secoli nella notte discende sulla terra, per arrivare nel cuore di tutti. Colui per il quale i cieli si sarebbero squarciati e i monti sciolti al suo arrivo, come disse il profeta Isaia, è venuto invece silenzioso, povero, in una forse, tra le regioni più semplici di questa grande terra. Nato dal grembo di una donna è apparso a portare speranza in una terra che anche oggi è stretta nella miseria della fame, nei problemi del mondo del lavoro, nelle difficoltà dei giovani, nella solitudine di tanti e tanti, chiusi nei loro cuori mentre fuori è festa; nella crisi economica, nella difficoltà di “arrivare a fine mese” nella stanchezza che certi giorni ci coglie e ci butta a terra, nel dolore per una malattia, nella non più fiducia in Dio. Lui viene. Ma noi dobbiamo andargli incontro e accoglierlo per fare veramente Festa. Anche quest’anno nascerà per noi un Bambino in quella grotta. Nascerà per renderci più forti, perché lui stesso sa che il mondo non è facile da vivere. Lui stesso l’ha provato fino alla fine. Per questo ci capisce se alle volte ci mostriamo così deboli, ma accogliendolo, la nostra vita non sarà più la stessa, sarà trasfigurata dalla sua luce. Verrà anche questo 25 dicembre, nella notte fredda, verrà nella nostra notte e noi faccendoci più piccoli di lui, per così grande dono, custodiamolo nel cuore.

 

Fabrizio Tola

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