Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Diamo un aiuto ai bambini poveri e malati dell'Uruguay
 

Nel novembre del 2006, una delegazione sarda ha visitato l’Uruguay per promuovere la cooperazione nel settore della sanità, dell’industria agro-alimentare e del turismo e per rafforzare i vincoli culturali e di solidarietà che legano questo piccolo paese latino-americano alla Sardegna.
Nel corso del viaggio, essendo stato previsto un incontro con mons. Pablo Jaime Galimberti Di Vietri, vescovo della Diocesi di Salto, la delegazione – della quale faceva parte anche un nostro parrocchiano - ha avuto l’opportunità di dialogare con l’alto prelato, al quale è stata consegnata una lettera di don Giovannino Pinna. «So poco o niente della situazione sociale ed ecclesiale dell’Uruguay. Mi farebbe piacere – scrive il nostro parroco - avere notizie della Sua diocesi, della ricchezza spirituale presente nelle vostre comunità parrocchiali, delle iniziative che vi si promuovono e, perché no?, delle difficoltà e delle esigenze che affrontate giorno dopo giorno. In quanto battezzati, tutti apparteniamo all’unico Popolo di Dio che si incontra e diventa famiglia intorno all’Eucarestia. Gioire e condividere fa parte del nostro essere chiesa. Ecco, con la mia comunità sarei disposto ad entrare in contatto con qualche vostra parrocchia, per crescere insieme nella missione che specifica il nostro essere e cioè nel dire Dio e nel proclamare il Vangelo di Gesù Crocifisso e Risorto oggi, dentro i nostri contesti. La Sardegna e la diocesi di Salto sono davvero molto lontane, ma noi potremmo gettare un ponte… per conoscerci, amarci, aiutarci e così crescere con maggiore autenticità nella fede. […]. Le invio alcuni numeri del giornalino che diffondiamo in parrocchia a tutte le famiglie perché possa già farsi un’idea di noi».
Mons. Galimberti, accolta con gioia la proposta di collaborazione di don Giovannino, gli ha subito risposto con una breve lettera, allegando un progetto specifico – elaborato dalla dottoressa Silvia Bueno - per aiutare i bambini affetti da mucoviscidosi, una malattia genetica che porta alla morte entro i trent’anni di vita. L’obiettivo del progetto è quello di divulgare e di dare informazioni sulla malattia e di garantire il trattamento terapeutico per tutti i bambini malati della diocesi, attraverso la realizzazione di un centro di cura interdisciplinare dove accogliere i piccoli ammalati, aiutando nel contempo le loro famiglie a migliorare la loro qualità di vita.
Il vescovo, così, ha proposto a don Giovannino di collaborare con la parrocchia di San Giovanni Battista di Salto e, in particolare con l’Istituto delle Suore Missionarie dei Poveri, un piccolo ramo dell’Opera di San Giovanni Battista, nato a Salto nel 1999. Suor Teresa Lavato, appartenente a tale Istituto, invitata dal vescovo Galimberti, ha scritto una lettera al nostro parroco, inviatagli via fax, il 12 dicembre 2006. «Per un piano provvidenziale – scrive suor Teresa – siamo nate a Salto e abbiamo l’approvazione diocesana. Viviamo il carisma di San Giovanni [Battista] (Gv, 6,25–34), ossia vivere l’abbandono tra le braccia della Provvidenza, testimoniare al mondo che Dio è Padre, è servire i fratelli più poveri e abbandonati. Siamo chiamate a lavorare dove manca la presenza continua del sacerdote, dove c’è il vuoto pastorale. Lavoriamo nei “barrios” (borgate), nel carcere, nell’immensa campagna di Salto, in luoghi che distano dagli 8 ai 100 Km, dove il sacerdote va una volta al mese o ogni tre o 4 mesi. Personalmente visito i “barrios” e il carcere e quando mi è possibile vado in missione nel campo. Sono presente soprattutto nel barrio più disprezzato della città “La Tablada” dove si trova la cappella Nostra Signora della Pace. Seguo alcune famiglie […], inoltre seguo il gruppo di mamme dei bimbi ammalati del progetto inviatole. Qui i bisogni sono molti, nel settore salute mancano sempre i soldi per le medicine, spesso, come nel nostro caso, mancano anche le medicine e bisogna richiederle all’estero. Potrei ampliare il panorama con altre problematiche, però per adesso ci interessa portare avanti questo progetto dei bimbi ammalati. Per ora un grazie grande come l’Oceano che ci fa da ponte a lei e all’intera comunità di Santa Barbara».

 

Manuela Garau

 
L’Uruguay

L’Uruguay è una repubblica dell’America del Sud con una superficie di 176.220 Kmq e 3.399.237 abitanti. La capitale è Montevideo, dove si concentra circa la metà della popolazione. Confina a nord-est e nord con il Brasile, a ovest con l’Argentina, a sud col Rio de La Plata e a est con l’Oceano Atlantico. Quasi completamente pianeggiante – i rilievi superano a malapena i 500 metri, interessando appena il 3% della superficie complessiva – il territorio è fertilissimo e ricco d’acqua. Gli abitanti sono in gran parte di origine spagnola e italiana. Gli uruguaiani di origine italiana rappresentano oltre il 30% dell’intera popolazione. Un tempo indicata come la Svizzera dell’America Latina, l’Uruguay ha visto deteriorarsi, nel corso degli anni, le proprie strutture sociali ed economiche. Il crollo del sistema bancario argentino del 2000 ha prodotto effetti devastanti anche in Uruguay, provocando una crisi economica di vaste proporzioni, con conseguente aumento di disoccupati, di famiglie ridotte al lastrico e di nuovi poveri. Privo di materie prime, le uniche risorse dell’Uruguay poggiano sull’allevamento di pecore, con oltre 17,8 milioni di capi, e di bovini, con 10,5 milioni di capi. Altre attività economiche di minor rilievo sono rappresentate dall’agricoltura, dalla pesca e dal turismo.
Manuela Garau

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