Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Cresciamo insieme nella fede
 

Per i ragazzi del sesto corso di catechesi, a breve, si celebrerà la liturgia del Sacramento della Confermazione, meglio conosciuto con il nome della Cresima. I tre gruppi di ragazzi già dall’anno scorso effettuano un percorso di formazione spirituale e umana che, come già sanno i genitori, non è finalizzato a ricevere la Cresima ma a diventare dei veri cristiani. Sanno anche che il percorso non si concluderà con il Sacramento della Cresima, ma continuerà fino a giugno e per tutto l’anno venturo: ciò rientra appunto nelle modalità della sperimentazione insieme a tutte le altre novità che i ragazzi stanno realizzando già dall’anno scorso. Sono infatti essi i protagonisti effettivi di questo percorso, ma appunto per questo è giunto il momento di assumersi le proprie responsabilità. I ragazzi a questa età dovrebbero aver maturato già una certa coscienza critica, dovrebbero saper distinguere il bene dal male, il nesso causa – effetto e dimostrare la consapevolezza che bisogna essere responsabili delle proprie azioni, partecipi in modo propositivo della vita che li circonda, consapevoli che con l’impegno quotidiano in famiglia, al catechismo, a scuola, vanno a formarsi come persone di fede matura e responsabili nella società e nel lavoro. Sono chiamati ad acquisire pertanto la consapevolezza che la dimensione religiosa fa parte della vita quotidiana. Termine di confronto già da ora è il vivere responsabilmente, nella fede e nella gioia, la propria appartenenza alla comunità, intesa come famiglia, gruppo, parrocchia, chiesa.
In termini pratici ciò è rapportabile ad un comportamento corretto, rispettoso dell’altro, solidale con il debole e il bisognoso, praticante della fede, coerente con gli insegnamenti di Gesù. In questo percorso i ragazzi non possono essere certo lasciati soli, ma sempre accompagnati dagli adulti, in primo luogo dai genitori, poi dagli animatori di catechismo e dell’oratorio, dagli insegnanti e dai sacerdoti. Rispetto a quanto detto non è una contraddizione affermare che a dodici anni si iniziano a vivere tutte le problematiche adolescenziali manifestando al contempo un’incredibile forza centrifuga verso il protagonismo a tutti i costi e verso il trasgressivo. Non bisogna perciò abbassare il livello di guardia perchè i modelli negativi offerti dal mondo d’oggi purtroppo sono tanti. Ogni ragazzo inoltre racchiude in sé tante energie che gli educatori devono saper contenere o utilizzare a fini educativi, ma non sempre riescono lasciandosi prendere dallo scoraggiamento. Ciò in campo educativo non è permesso, allora credo avesse ragione nell’ultima riunione il parroco don Giovannino nel richiamare i genitori alla responsabilità del loro ruolo, unico e insostituibile, nell’educazione e nella formazione spirituale dei propri figli, nell’accompagnamento e controllo del loro operato a scuola, nei gruppi che frequentano, nel catechismo, ma testimoniando per primi la propria fede. Non si può solo delegare. L’anno scorso ad esempio è stato effettuato un incontro dello psicologo con i genitori, ma la maggior parte di essi non avendo partecipato ha perso un’occasione importante per capire i problemi dei ragazzi di questa età e per intervenire appropriatamente nelle varie situazioni educative. Infine è bene ricordare che il Battesimo e la Cresima sono i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, quindi il percorso di crescita nella fede non si concluderà neppure dopo questi tre anni di catechismo ma dovrà continuare per tutta la vita. Questo discorso è valido per ogni cristiano convinto. Allora invitiamo i nostri ragazzi ad essere più ubbidienti, attenti e partecipi negli incontri settimanali di catechesi e quando siamo “disperati” ricordiamoci che essi sono un’opera meravigliosa che Dio ha affidato momentaneamente alle nostre cure e che non ci abbandonerà nella difficoltà.

 

Dina Madau

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