Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Sardegna, terra di Maria
 

Dal 4 al 30 settembre si terrà presso il Lazzaretto di Cagliari la mostra “Dal Colle una eco” sulla storia del culto e della devozione a Nostra Signora di Bonaria, del santuario e della basilica e sulla presenza dell’ Ordine della Mercede in Sardegna. L’evento è organizzato dai Padri Mercedari, dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari e dalle Soprintendenze ai Beni Storico – Artistici e Archivistica per la Sardegna. Saranno esposti numerosi oggetti (statue, quadri, fotografie, disegni, ex voto, ecc.) e documenti antichi custoditi nel convento cagliaritano e in altri centri dell’Isola, soprattutto dove vi sia stata la presenza dei religiosi mercedari. L’Ordine di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi venne fondato nella prima metà del XIII sec. a Barcellona da s. Pietro Nolasco e da s. Raimondo di Peñafort, durante il regno di re Giacomo I. Ai classici voti di povertà, obbedienza e castità i frati aggiunsero quello di adoperarsi con tutti i mezzi per la liberazione degli schiavi cristiani dalla prigionia saracena; quando non bastavano gli strumenti economici e diplomatici offrivano se stessi come riscatto. In Sardegna giunsero intorno al 1324 al seguito dei catalano - aragonesi, anzi proprio a loro l’Infante Alfonso affidò la cura spirituale della Villa di Bonaria, primo insediamento iberico in terra sarda. A quel periodo risale l’attuale Santuario di Bonaria, in particolare la torre campanaria che si trova sul retro della chiesa. Secondo poi la tradizione, dal 1370, sono i custodi del simulacro, del santuario e della basilica di Nostra Signora di Bonaria. Dalla città di Cagliari diffusero la loro presenza in tutta l’Isola arrivando anche a Villacidro. La chiesa e il convento della SS.ma Annunziata vennero fondati, dove oggi sta il Municipio, nella prima metà del XVII sec. Nel 1832 i religiosi, su incarico di mons. Tore vescovo di Ales, diedero vita alla prima scuola elementare del paese. Nel 1858, in seguito alle leggi con cui il nascente Stato italiano sopprimeva gli ordini religiosi per incamerarne i beni, il convento villacidrese fu chiuso e acquistato dal Comune per costruirvi il Palazzo municipale, la scuola elementare e la caserma dei carabinieri. Nel 1929 venne demolita anche la chiesa per ampliare la piazza del Municipio. Chi visiterà la mostra potrà vedere anche un piccolo pezzo di storia villacidrese: i simulacri di Nostra Signora di Bonaria e della Mercede custoditi in parrocchia, la campana e alcuni antichi registri del convento di Villacidro che stanno invece a Bonaria. Proprio la campana ha rivelato un fatto probabilmente sconosciuto alla maggior parte, di cui si era persa traccia anche nella tradizione orale delle persone più anziane. Essa infatti reca un’iscrizione in latino che ne attesta la realizzazione nel 1722 come ringraziamento alla Vergine di Bonaria per aver liberato Villacidro dall’ennesima invasione di cavallette. Ancora una volta la storia e le testimonianze del passato ci parlano di quel legame antico e tutto speciale che esiste tra la nostra Terra e Maria. In Sardegna la Madonna è venerata sin dai primi secoli del cristianesimo, basti pensare che il nome del paese di Bonarcado, dove vi è un celebre santuario mariano, deriva del greco antico panákhrantos, “immacolata, purissima”, attributo della Santa Vergine Maria ivi venerata già da epoca bizantina. «Affermiamo che la Sardegna, a giusto titolo, si può considerare eredità e dominio di Maria e che tale vuole restare nel futuro. L’atto solenne del soprannaturale possesso dell’Isola da parte di Maria, fu segnato per così dire, sul colle di Bonaria, allorché, secondo una pia tradizione, proveniente da ignoti lidi, vi approdò il Suo prodigioso simulacro…» così il papa Pio XII, il 24 aprile del 1958, si rivolgeva alla Sardegna in occasione del cinquantenario della proclamazione di Nostra Signora di Bonaria a sua patrona. Come poi non ricordare le parole di papa Paolo VI del 24 aprile 1970, per i seicento anni dell’arrivo del simulacro «Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè, dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce…Ricordate tutto questo, figli della Sardegna e uomini del mare; e non dimenticate mai di guardare alla Madonna come alla vostra “Massima Protettrice”».

 

Giovanni Deidda

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