Parrocchia Santa Barbara Villacidro
Piazza S. Barbara, 2 -- 09039 Villacidro (CA) ITALIA Tel. e fax: +39 070932018
Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
siete in: home > IL GIORNALINO > MARZO 07 > Dico o non Dico?
     
Dico o non Dico?
 

Più d’uno, mi ha chiesto di pronunciarmi sul disegno di legge allo studio del Parlamento riguardo alle unioni di fatto (anche se forse non verrà ripresentato dal Governo). Non so se per ascoltare la voce del sacerdote, se sto con il Magistero ecclesiale, oppure se propendo per soluzioni più liberali e possibiliste. Non mi sottraggo e, spero, senza lasciare adito ad equivoci. La Costituzione riconosce un ruolo centrale alla famiglia fondata sul matrimonio. Credo quindi che il compito di istituzioni, forze politiche e società sia innanzitutto quello di aiutare la famiglia con provvedimenti seri e responsabili. Può darsi che mi sbagli, ma la mia impressione è che questa priorità, e non da4 oggi, venga disattesa. Genitori con due o tre figli che fanno fatica a giungere a fine mese; donne rimaste sole con i figli senza alcun sostegno; coppie che si devono accontentare di lavoretti precari con redditi appena sufficienti a pagare l’affitto e le bollette e che ovviamente non possono permettersi il lusso di uno o più figli; giovani che convivono non perché non abbiano intenzione di sposarsi, ma perché ne vengono dissuasi da certo modo di pensare che dipinge il matrimonio come un residuo di tempi passati. In una tale situazione, come promuovere il valore della famiglia se non ci si adopera a rimuovere questi svantaggi? Perché tanta sensibilità per legiferare e finanziare le rivendicazioni di una minoranza che, comunque, sopporta meno oneri, mentre si continuano a ignorare le giuste attese di quella che, per ammissione di tutti, rimane la cellula fondamentale della società? Le coppie di fatto, per tutelare i loro interessi, non sono all’anno zero, visto che possono già fare riferimento al diritto privato. Potrebbe essere sufficiente, per perfezionare l’attuale ordinamento giuridico, riconoscere i diritti individuali, come l’assistenza sanitaria, il ricovero e la successione nella locazione, senza dovere giungere a una parificazione quasi completa con la famiglia. Mi lascia fortemente perplesso il tentativo di equiparare chi preferisce la libera unione a chi sceglie il matrimonio (civile o religioso) anche perché non si dà parità tra diritti e doveri per non parlare delle convivenze di comodo che una simile legge rischierebbe di favorire. Ad esempio, cosa potrebbe succedere nel caso di badanti con anziani soli? Tengo anche a precisare che mi rifiuto di ritenere validi i riferimenti ai modelli in voga in altre nazioni europee, dove questi diritti sono riconosciuti, se l’intento è quello di insinuare che se non ci si adegua a loro siamo dei retrogradi. L’Italia, per esempio, dovrebbe sentirsi più arretrata dell’Olanda perché non riconosce il partito dei pedofili e perché non è disposta ad accettare che i bambini abbiano per genitori coppie di omosessuali?
D’altro canto, se mi pongo dalla parte di chi la pensa diversamente, comprendo che la determinazione del mondo cattolico contro la regolamentazione giuridica delle convivenze, possa contribuire a irrigidirli ancora di più nelle loro posizioni. Non tutti infatti sono disponibili ad accogliere le convinzioni e i valori che difende la Chiesa. Anche chi si dichiara cattolico deve proporre le sue istanze con rispetto e pazienza (e certo laicismo, al riguardo, non può certo dare lezioni) e soprattutto disporsi a vivere con maggiore coerenza i valori in cui crede. La colpevolizzazione dell’avversario, la rissa e il rifiuto del confronto non sono certo atteggiamenti evangelici e il dogmatismo non paga mai.
Ed infine un’ultima riflessione su quanto sia ascoltato e seguito oggi il Magistero in questioni che riguardano il comportamento etico. Inutile nasconderlo: per la maggioranza anche dei credenti i pronunciamenti del papa o dei vescovi sui temi della morale familiare e sessuale, spesso, restano inascoltati. Il problema è tutto qui: oggi, anche chi si riconosce dentro la Chiesa, ha imparato a relativizzare, senza tanti scrupoli, le direttive del Magistero con un pluralismo di posizioni culturali e partitiche dei cattolici non sempre comprensibile. Va perciò evitato il rischio di ricostruire steccati anche in tema di società e di famiglia perché il pericolo è quello di accentuare il distacco tra il mondo cattolico e quello laico.
In conclusione, in un mondo in cui è l’audience a decretare il successo o il fiasco di un programma, non si può ignorare quanto pesi il consenso. Esso infatti fa sentire più sicuri e forti quando pende dalla propria parte. In questi casi, però, è facile identificare le proprie opinioni con la “verità”, benché si sappia che non è così.

 

Don Giovannino

  <<Torna ai titoli
  Pagina:    1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15   16   successivo>>
   
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
     
         
       
sito realizzato da: Francesco Chia      
Copyright ©2004