Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Intervista a mons. Pablo Jaime Galimberti di Vietri
 
Vescoco della diocesi di salto (Uruguay)
 

Terzo di sei fratelli, nasce a Montevideo l’8 maggio 1941 in un ambiente cristiano che lo ha educato nella fede cattolica. Ha radici italiane. Il 31 gennaio 1874 i bisnonni emigrano in America, giungendo a Buenos Aires il 2 luglio del 1874. Il 31 dicembre di quello stesso anno, a Buenos Aires, viene battezzato Pietro Paolo, nonno di Mons. Pablo Galimberti, il quale, ancora giovane, giunge fino a Montevideo, in Uruguay, dove si stabilisce e dove si forma una famiglia. Anche il nonno materno, Francesco Saverio di Vietri, originario di Vallo della Lucania, in Provincia di Salerno, emigra in Uruguay. A 17 anni entra in Seminario. Il 29 maggio del 1971 è ordinato sacerdote. Lavora in una parrocchia di Montevideo e contemporaneamente insegna teologia. Nel dicembre del 1983, a 42 anni, il Papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo della diocesi di San José de Mayo, in Uruguay, dove rimane per ben 22 anni. Il 16 maggio del 2006, il Papa Benetto XVI lo nomina vescovo della diocesi di Salto, la più grande del paese. Attualmente è membro della Congregazione del Clero (Vaticano).
Eccellenza, da poco tempo è vescovo della Diocesi di Salto. Può presentarci la sua nuova Diocesi, quali Dipartimenti comprende, quanti sono gli abitanti e la nuova comunità di fedeli? La Diocesi di Salto, dove mi trovo da circa un anno, abbraccia un’ampia zona del litorale nord del paese, con una superficie di 49.295 chilometri quadrati e una popolazione di 360 mila abitanti. Comprende quattro Dipartimenti o Province. La Diocesi confina, a ovest e a nord, con Argentina e Brasile. Questo fatto ci spinge ad avere frequenti contatti con i vescovi di questi paesi vicini, per mantenere vivi i rapporti regionali e analizzare i problemi permanenti della regione dal punto di vista religioso, sociale, economico e politico. Attualmente, per esempio, abbiamo contatti frequenti con i vicini vescovi della Repubblica Argentina, a causa di un conflitto nato a seguito dell’installazione di una grande fabbrica per la produzione di pasta di cellulosa, con il sostegno di capitali finlandesi. I vicini dell’Argentina sostengono che ci sarà un impatto negativo sull’ambiente e hanno organizzato cortei e interruzioni del transito sui tre ponti internazionali. Da parte sua, l’Uruguay sostiene che sono stati fatti studi scientifici e che questi assicurano che l’impatto con l’ambiente sarà minimo e che sarà sempre sotto controllo. Con i vescovi vicini, nel dicembre dell’anno scorso, abbiamo compiuto un atto comune su uno dei ponti, con una preghiera, messaggio e benedizione dei due popoli, con l’intento di diffondere messaggi di pacificazione.
Quali sono le principali esigenze di carattere pastorale della sua Diocesi?
Prima di tutto l’animazione delle Comunità ecclesiali con una Fede forte, di testimonianza e di missione, capace di mantenere una presenza di servizio e di solidarietà all’interno di situazioni di ingiustizia, violenza, povertà e l’affievolimento di alcuni diritti fondamentali, come è il diritto alla vita (c’è un progetto di legge per depenalizzare l’aborto), o la protezione della famiglia (c’è un progetto di legge per riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso). In secondo luogo l’educazione dei cristiani alla preghiera alimentata con l’ascolto della Parola di Dio e capace di discernere i continui attacchi alla Fede da parte della società laica, di una cultura mediatica edonista. Altra dimensione è la corresponsabilità. Sono stati designati e preparati uomini e donne perché collaborino, realizzando alcuni ministeri o servizi stabilmente per tre anni. Questi servizi consistono in: portare l’Eucarestia agli ammalati, visitare gli ammalati e gli anziani, accompagnare coloro che vivono un lutto e pregare per i defunti, animare settimanalmente le celebrazioni della Parola in assenza del Presbitero. Stiamo preparando un gruppo di 14 uomini per il Diaconato Permanente. Tra le realtà che ci interpellano, sottolineo: la Famiglia. I giovani e i loro legami affettivi e sessuali; perché siano vissuti come un dono di Dio, come una ricchezza della persona e non esclusivamente inquadrati come un modo narcisista di ottenere piacere.
Sul fronte sociale esistono problemi e difficoltà da risolvere?
Problemi sociali da risolvere, al di là di quelli già indicati, desidero ricordare gli aiuti alle famiglie che non hanno un’abitazione degna. La promozione della cultura del lavoro. L’Uruguay è un paese con molti lavoratori dello Stato. Questo ha generato una mentalità passiva; si tende a sperare troppo in soluzioni che vengano dall’esterno, dalle mani di uno Stato Benefattore.
- Altro problema sul quale richiamare l’attenzione è quello sanitario. Molte famiglie non hanno risorse per curare la loro salute. I medicamenti che offre il sistema pubblico sono limitati. Inoltre, un settore della popolazione emarginata non utilizza la medicina preventiva ne ha idea di che cosa sia. È un problema culturale di settori molto poveri.
Le comunità diocesane e parrocchiali della Sardegna possono essere di aiuto ai fratelli che soffrono della Diocesi di Salto? Se si, quale potrebbe essere, a suo giudizio, il modo migliore? L’amichevole e fraterno legame con le Diocesi e le comunità parrocchiali della Sardegna possono essere di grande stimolo. In effetti, l’Italia possiede una ricchissima tradizione cattolica che si vede attraverso la sua cultura, la liturgia, i templi, i canti, le tradizioni popolari, le istituzioni della società civile (Onlus) create per la chiesa cattolica e sostenute dai laici con responsabilità nel campo della sanità, dell’educazione, del lavoro. I corsi che offrono le Diocesi per formare i laici negli aspetti fondamentali potrebbero aiutarci molto. Altro campo che desideriamo migliorare è quello che ha a che vedere con la presenza della chiesa nei mezzi di comunicazione sociale. Abbiamo bisogno di migliorare un piccolo apparato trasmittente di una radio AM della Diocesi per favorire un aumento della potenza in maniera tale da poter abbracciare un’area di influenza maggiore. Infine, le strade o i ponti di scambio possono essere diversi e alcuni abbiamo già iniziato a transitarli e ad esplorarli.
Da poco tempo la Parrocchia “Santa Barbara” di Villacidro ha iniziato a dialogare con la Parrocchia “San Giovanni Battista” di Salto e con le Sorelle dell’Istituto delle Suore Missionarie dei Poveri. Crede che questo legame di solidarietà sia da rafforzare e da estendere ad altre Parrocchie?
Si potrebbe estendere molto bene ad altre comunità. Ma ciò che è importante è curare e coltivare anche la reciproca conoscenza, con reciproco arricchimento. Perché sia la qualità della relazione quella che ci deve aiutare e stimolare a crescere reciprocamente. Sarebbe importante, per esempio, se si potessero realizzare ogni tanto (ogni 2 o 3 anni) viaggi di conoscenza e di intercambio, preparati con un programma concreto di visite sia per gli adulti che per i giovani.
Tra i suoi programmi e viaggi previsti in Italia, ha inserito o ha intenzione di inserire una tappa anche in Sardegna per visitare la comunità cattolica dell’isola?
Ho grande desiderio di incontrarmi con la gente delle comunità della Sardegna. Questa prima visita potrebbe realizzarsi nella seconda metà del mese di novembre di quest’anno, visto che sono già invitato a partecipare a un incontro organizzato dal Pontificio Consiglio dei Laici sul tema dei Nuovi Movimenti nella Chiesa, seguendo le direttive di Papa Benedetto XVI.

 

Martino Contu

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