Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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In quel tempo...
 

L'Erode Antipa di cui narrano i Vangeli era figlio di Erode il Grande e regnò dal 4 a.C. al 37 d. C. Il regno di suo padre era molto vasto, per la sua fedeltà a Roma ebbe tutta la Palestina sotto il suo protettorato, mentre suo figlio Antipa ne ereditò una quarta parte: la Tetrarchia della Galilea e della Perea. Molte furono le città e le opere pubbliche realizzate sotto il regno di Erode il Grande, lungo le coste del Mediterraneo fu aperto anche il primo porto del regno ebraico per quanto i Palestinesi non fossero stati mai uomini di mare e non vedessero di buon occhio i templi pagani fatti erigere da Erode, ma egli mantenne sempre atteggiamenti tolleranti verso i gruppi più intransigenti del Giudaismo esonerandoli anche dal giuramento di fedeltà verso la sua maestà ben sapendo quanto i Giudei profetizzassero la venuta di un Messia e conservassero rancore nei suoi confronti per la profanazione delle tradizioni e della cultura giudaica. Ma fu sotto il governo di Erode Antipata che ci fu il processo e la morte di Gesù, e ancor prima, fu lui che offrì alla nipote e figliastra Erodiade la testa di Giovanni Battista. Ai tempi di Gesù fra gli abitanti della Galilea vi erano anche Siri e Greci ma per la maggioranza erano Ebrei e un piccolo numero di pagani sia schiavi che liberi. Gli Ebrei erano piccoli di statura, di carnagione chiara e abbronzata, uomini e donne portavano i capelli neri lunghi e agli uomini non mancava la barba. I severi capi religiosi di Gerusalemme nutrivano ben poca fiducia negli Ebrei della Galilea accusandoli di scarsa osservanza della legge di Mosè. La vita sociale nella Galilea ruotava attorno alla famiglia solitamente numerosa, solidale e industriosa. Il padre di famiglia, molto rispettato, era chiamato dalla moglie “signore” o padrone. Secondo la legge, se la moglie non gli era più gradita, il marito poteva divorziare da lei e se non vi erano altre colpe i coniugi erano liberi di convolare ad altre nozze, ma se una moglie era sospettata di adulterio veniva sottoposta al giudizio di Dio che consisteva nel farle trangugiare un’amara pozione, se questa causava malore era segno della sua colpa e poteva essere lapidata, se al contrario la pozione non sortiva alcun effetto era la prova della sua innocenza. Tutti gli Ebrei rispettavano i precetti morali, religiosi e civili. I mariti avevano obblighi ben definiti nei confronti della moglie e nella educazione dei figli, i quali dovevano onore e rispetto ai genitori. Ciascun avvenimento nella vita di un Galileo, dalla nascita al matrimonio, dalla procreazione alla morte, era regolato dalla tradizione e accompagnato dalla preghiera di benedizione. Le abitazioni erano molto modeste, specie nei villaggi, un semplice riparo di mattoni di fango per non più di due locali dove viveva senza comodità e riservatezza tutta la famiglia compresi i figli sposati Molto simili dovevano essere le nostre abitazioni del tempo. Spesso il cortile era in comune a più di una famiglia e ospitava anche gli animali domestici che servivano per il lavoro e per il sostentamento. Il tetto a terrazza era ricoperto di rami e sterpaglia, luogo di ritrovo di parenti e amici per lo scambio di notizie, refrigerio nelle ore notturne. Sempre nel cortile c’era il forno di mattoni di fango per cuocere il pane d’orzo, la macina a ruota o il mortaio in pietra per le granaglie. Il cibo più comune era la minestra d’orzo o di lenticchie. Cipolle, cetrioli, noci, olive e frutta arricchivano l’alimentazione tipica del tempo. La carne era riservata ai giorni festivi come da noi. Quando al mattino gli uomini con i figli maggiori uscivano al lavoro nei campi o nelle botteghe, le donne si affaccendavano ai lavori domestici, alla fatica di attingere l’acqua dal pozzo comune a tutto il villaggio, mentre i piccoli giocavano nel cortile. Per le donne erano giornate di duro lavoro che si ripeteva da generazioni. Il libro dei Proverbi (cap. IX) della Bibbia ci dice quanto fosse considerata saggia e degna di rispetto la donna educata secondo gli insegnamenti della Sacra Scrittura: “Donna virtuosa è moglie perfetta e in lei confida il cuore del marito … Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani … Si alza quando ancora è notte e prepara il cibo per la famiglia … E neppure di notte si spegna la sua lucerna … Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero … Ben superiore alle perle è il suo valore.”

 

Mariolina Lussu

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