Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Novembre: il tempo che passa
 

La Chiesa dedica i primi due giorni di novembre ai santi e ai defunti. Tempo di silenzio e di riflessione. Si fa memoria della vita di chi non c’è più, si prega, ci si apre al ricordo di affetti spezzati e si medita su quanto sia fragile e fugace l’esistenza. Novembre è il mese in cui i cimiteri diventano il punto di incontro dove la quasi totalità delle persone ha l’opportunità di ritrovarsi. Giardini stupendi, puliti e ordinati. Un tripudio di fiori, colori e marmi tirati a lucido con migliaia di lumini che rischiarano la notte della città dei morti, fredda e inerte. Luoghi di incontro, di sorrisi e di strette di mano per singoli e famiglie che magari non si vedono da tempo. Un via vai continuo interrotto da fugaci soste quando lo sguardo incrocia la foto di un parente, un amico o di qualcuno di cui si tiene ancora vivo il ricordo. Sembrerebbe una folla tranquilla e serena, senza tristezza e pensieri. Ma non è così. Basta fissare per un attimo il volto di chi sosta davanti alla tomba di un genitore o di un figlio per capire che il cuore è tutto un turbinio di nostalgie e di speranze.
Soprattutto quando si è posti dinnanzi alla morte di una persona cara, è normale che emergano domande sul perché della vita e della morte. “Adesso, lui o lei dove sarà? Esiste una vita dopo la morte? Possiamo davvero fidarci del messaggio cristiano che parla di una salvezza eterna?” Nessuna esistenza può sfuggirle o pensare che si tratti di un problema che non la riguarda. Si vorrebbe credere, ma come conciliare i dubbi con la speranza che nasce dalla fede? Anche la ragione, in tutti i luoghi e culture, ha sempre cercato di illuminare di senso il dolore, il male e la morte, e cioè tutto ciò che affligge l’esistenza, senza però mai riuscire a dare risposte. E’ invece vero che è un atto disperato, il tentativo di esorcizzare e rimuovere il pensiero della morte da se stessi, pur essendo consapevoli che si tratta di sforzi inconcludenti che non modificano in niente la nostra realtà mortale.
Se però si permette alla Parola di Dio di illuminare il mistero della morte, allora tutto cambia. Il cimitero, in questo caso, resta luogo di pellegrinaggio e di raccoglimento. La morte interroga l’uomo invitandolo a cercare la risposta autentica al di fuori della sua ragione. E anche quando si resta disorientati per la scomparsa prematura di un giovane o per la sofferenza interminabile di un familiare, non ci si lascia schiacciare, ma ci si apre alla luce della vittoria di Gesù. “E come tutti muoiono in Adamo, così tutti risorgeranno in Cristo” (San Paolo).

 

Don Giovannino

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