Diocesi di Ales - Terralba


 

 



 

6 luglio

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

 

"La vostra pace scenderà su di lui."

 

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Vangelo secondo Luca 10,1-12.17-20

 


 

1+1= COMUNITA'

Le nostre comunità vivono una stagione di stanchezze e di sconcerto per i numeri che calano.
Gesù no, lui custodiva e incoraggiava quel germoglio nascente: designò altri 72 e li inviò.
E’ il cristianesimo ad essere in crisi? No, è in crisi un certo modo di intendere il cristianesimo.
Ricominciamo dal vangelo:
1. La prima parola oggi: la messe è molta, ma sono pochi quelli che vi lavorano. Lo sguardo di Gesù vede gente bella e dal cuore aperto. Persone che si prodigano ovunque senza rumore, guardando dritto.
Ma gli operai sono pochi... forse abbiamo capito male. Non è il numero il problema, il numero è un criterio anti-evangelico; la vera domanda è se noi lavoriamo a questa messe o se stiamo alla finestra a guardare.
Siamo noi quei settantadue inviati. Tutti. Laici, frati, donne e uomini; ma siamo capaci di dire Dio? Di dire pace? In casa mia, nel lavoro, con i miei amici o in famiglia, nelle associazioni?
Gesù non dà i dettagli dell’anno catechistico o a che orari mettere le messe; lui ci dice l’essenziale, ci indica la consegna amorosa e contagiosa del vangelo, dove la passione è la grande assente.
2. A due a due; neanche il parroco o il priore fa da solo; ha bisogno dell’altro come stimolo e come limite.
A due a due, un bastone cui appoggiare la stanchezza e un amico su cui appoggiare il cuore.
Il numero due non indica la somma di uno più uno, ma è l’inizio della comunione, l’avvio della comunità e del cerchio grande, filo doppio che non si spezza.
3. Le parole che affida ai discepoli sono semplici e poche: pace a questa casa, Dio è vicino. Parole dirette.
Non si tratta di una pace generica, ma pace a questa casa, a questa tavola, a questi volti. Pace è una parola da riempire di gesti, di muri da abbattere, di perdoni chiesti e donati, di fiducia concessa di nuovo, di ascolti e abbracci. Ripudiate l’odio. Amatevi, altrimenti vi distruggerete. È tutto qui il vangelo.
4. Vi mando come agnelli fra i lupi. Senza zanne o artigli, ma non allo sbaraglio, bensì a mostrare il mondo in altra luce. Vi mando come presenza disarmata, ad opporvi al male con un "di più" di bontà.
5. Vi mando senza, senza, senza.
Non è l’abbondanza dei mezzi a rendere efficace l’annuncio. Non sei un buon parroco perché hai tanti soldi, neanche un buon padre di famiglia per tanto denaro, ma perché sei credibile, come credente o come padre.
6 Non salutate nessuno per strada, che non vuol dire: girate a muso duro fra la gente. Non disperdetevi, dice Gesù, restate concentrati sulla missione, andate diritti al vostro scopo.
I settantadue vanno, più piccoli dei piccoli, più poveri di un povero. Li ha messi sulla strada che è di tutti, che non si ferma mai e ti porta via.
Vanno, profeti del sogno di Dio: quello di un mondo finalmente in pace. Un sogno in cui dobbiamo credere ancora, nonostante tutte le smentite.


padre Ermes Ronchi

 


VADEMECUM per l’accesso alla chiesa e per lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche


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Una sola famiglia, cibo per tutti: è compito nostro
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Si può firmare l’appello che sarà presentato all’Onu per chiedere una legislazione più attenta al diritto al cibo per tutti

 

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