Diocesi di Ales - Terralba


 

 



 

14 dicembre

III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

 

 

 

 

"Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?"

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via".
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

 

 

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,2-11

 

 

 

 

 

 


 

 

BEATO IL CUORE PIENO DI NOMI

“Fiorisca la steppa, come fiore di narciso fiorisca” Isaia il visionario porta la primavera nel cuore dell’inverno. E Giovanni, il profeta granitico, è invece nel pieno del suo inverno. Dal carcere manda a dire a Gesù: Sei tu, o dobbiamo aspettare un altro?
Anche il più grande tra i nati di donna dubita: ma io, a chi ho preparato la strada?
Il dubbio fa male, ma il profeta proclama qualcosa di più forte: anche se non sei tu, io comunque continuerò ad attendere, continuerò a cercare.
Perché ‘attendere’ è voce del verbo amare.
Gesù non risponde con proclami, ma chiama a raccolta la vita dolente e ferita, con l’unico scopo di farne uomini pieni e liberi. Come lui, noi “acquistiamo pienezza quando rompiamo le pareti e il nostro cuore si riempie di volti e di nomi!” (Evangelii gaudium n. 274).
I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i sordi odono, ai poveri è annunciato il Vangelo, tutti hanno una seconda opportunità-
E tuttavia i suoi miracoli non ci hanno cambiato, i poveri sono sempre più poveri, le guerre mietono vittime come erba falciata, nessuna steppa è fiorita di gigli e l’inquinamento corrode la terra.
Il non credente che è in me, disilluso, mi contesta, dati alla mano: avete tanto pregato e la pace non è venuta.
Ma la pace ormai si è accesa in noi! Ci siamo rotolati dentro, e ne abbiamo addosso i pollini. Il mondo non è inguaribile, è un malato affidato alle nostre cure, capaci di piccoli miracoli quotidiani.
Il profeta non capisce e dubita: aiutami a comprendere. Io sono in prigione, sarò ucciso perché ho denunciato l’adulterio di Erode, e tu perdoni perfino gli adulteri colti in flagrante!
E Gesù rilancia: Beato chi non si scandalizza di questo amore scandaloso, che invece di bruciare i peccatori, come annunciava Giovanni, siede a tavola con loro.
Dov’è lo scandalo, l’inciampo? Gesù non porta il castigo di Dio, ma la sua misericordia.
Beato chi ha il coraggio di andare in cerca di ciechi, di zoppi, di perduti, di guardare negli occhi i profughi, di sostenere un germoglio di Dio sul mondo devastato. Beato chi ha il cuore pieno di volti e di nomi.
La differenza fra favola e profezia sono una mangiatoia e una croce, dove non c’è inganno, non c’è imbroglio, nessun fine nascosto.
E’ tutto così semplice, quando si ama.
Per tre volte Gesù domanda: Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Un uomo avvolto in morbide vesti? Che cosa?
Un uomo in piedi, senza doppiezze e libero. Messaggio e messaggero in lui coincidono. Lui è ciò che dice e dice ciò che è: un credente finalmente credibile.
Gesù: un uomo solo, con un pugno di amici di fronte al mondo. Sentirlo così, ancora presente sulle frontiere della vita, goccia di fuoco che non si spegne, è l’unico miracolo di cui abbiamo bisogno.


padre Ermes Ronchi

 


VADEMECUM per l’accesso alla chiesa e per lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche


CENTRO DI SOLIDARIETÀ “PAPA FRANCESCO” - Via Lavatoio, 3

CENTRO DI ACCOGLIENZA (dal lunedì al venerdì: ore 9-11)
Ogni domenica alle ore 12.30: Mensa di Fraternità
SPORTELLO FARMACEUTICO (per persone in disagio economico)
Scalette del Seminario - Apertura: il martedì dalle 18 alle 20


Partecipa alla raccolta di cibo per i poveri

Una sola famiglia, cibo per tutti: è compito nostro
La Chiesa italiana aderisce alla campagna di Charitas Internationalis e lanciata da papa Francesco per dare voce a tutti coloro che soffrono silenziosamente la fame.
Si può firmare l’appello che sarà presentato all’Onu per chiedere una legislazione più attenta al diritto al cibo per tutti

 

Continua a consultare gli eventi e le novità di questa settimana...


 

torna ad inizio pagina