Diocesi di Ales - Terralba


l'adorazione eucaristica


 

Lettera sull'adorazione eucaristica scritta dal Santo Padre GIOVANNI PAOLO II nel maggio 1996 in occasione del 750° anniversario della festa del SS. Corpo e Sangue di Cristo.

(…) Al di fuori della celebrazione eucaristica, la chiesa prende grande cura di venerare l‘Eucaristia che deve essere “conservata… come il centro spirituale della comunità religiosa e parrocchiale”. La contemplazione prolunga la comunione e permette di incontrare durevolmente Cristo, vero Dio e vero uomo, di lasciarsi guardare da lui e di fare esperienza della sua presenza.
(…) Onorando il santissimo sacramento, noi compiamo anche una profonda azione di rendimento di grazie che eleviamo al Padre, poichè attraverso suo Figlio egli ha visitato e redento il suo popolo. (…) Come ci ricorda la Scrittura, Gesù passava intere notti a pregare, in particolare in cui aveva scelte importanti da fare. Nella preghiera, mediante un gesto di fiducia filiale, imitando il suo Maestro e Signore, il cristiano apre il proprio cuore e le proprie mani per ricevere il dono di Dio e per ringraziarlo dei suoi favori, offerti gratuitamente.
E’ bello intrattenersi con Cristo e, chinati sul petto di Gesù come il discepolo prediletto, possiamo essere toccati dall’amore infinito del suo cuore. Impariamo a conoscere più a fondo colui che si è donato totalmente, nei diversi misteri della su vita umana e divina, per diventare discepoli e per entrare, a nostra volta, in quel grande slancio di dono, per la gloria di Dio e la salvezza del mondo.
(…) Il mistero eucaristico è la fonte, il centro e il culmine dell’attività spirituale e caritativa della chiesa.
L’intimità divina con il Cristo, nel silenzio della contemplazione, non ci allontani dai nostri contemporanei, ma, al contrario, ci rende attenti e aperti alle gioie e agli affanni degli uomini e allarga il cuore alle dimensioni del mondo. Essa ci rende solidali verso i nostri fratelli in umanità, in particolare verso i più piccoli, che sono i prediletti del Signore. Attraverso l’adorazione, il cristiano contribuisce misteriosamente alla trasformazione radicale del mondo e alla diffusione dell’Evangelo. Ogni persona che prega il Salvatore trascina dietro di sé il mondo intero e lo eleva a Dio. Coloro che s’incontrano con il Signore svolgono dunque un eminente servizio; essi presentano a Cristo tutti coloro che non lo conoscono o che sono lontani da lui; essi vegliano dinanzi a lui, in loro nome.
(…) Esorto dunque i cristiani a fare regolarmente visita a Cristo presente nel santissimo sacramento dell’altare, perché noi siamo tutti chiamati a rimanere in modo permanente in presenza di Dio, grazie a Colui che resterà con noi fino alla fine dei tempi.
Nella contemplazione i cristiani percepiscono con maggiore profondità che il mistero pasquale è al centro di tutta la vita cristiana. Questo cammino li porta a unirsi più intensamente al mistero pasquale e a fare del sacrificio eucaristico, dono perfetto, il centro della loro vita, secondo la loro vocazione specifica, in quanto esso conferisce al popolo cristiano una dignità incomparabile. In effetti col dono dell’eucarestia, noi siamo accolti da Cristo, riceviamo il  suo perdono, ci nutriamo della sua parola e del suo pane e siamo quindi inviati in missione nel mondo; ognuno è così chiamato a rendere testimonianza di ciò che ha ricevuto e a fare lo stesso con i suoi fratelli. I fedeli rafforzano la loro speranza scoprendo che, con Cristo, la sofferenza e la disperazione possono essere trasfigurate, poiché, con lui, noi siamo già passati dalla morte alla vita.
Pertanto, quando essi offrono al Signore della storia la loro vita, il loro lavoro e tutta la creazione, allora le loro giornate vengono illuminate.
Il mistero eucaristico è in effetti il “culmine di tutta l’evangelizzazione”, poiché è la testimonianza più eminente della risurrezione di Cristo. Tutta la vita interiore ha bisogno di silenzio e d’intimità con Cristo per crescere.

 

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