Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Don Giovannino: perchè non vado più in chiesa?

E' tanto tempo che non ci si vede e non ci si sente. Ma io ogni tanto penso a lei e alla sua vita in parrocchia.
Sono trascorsi un po’ di anni da quando ho ascoltato l’ultima messa.
La mia, quella di non andare più in chiesa, è stata una scelta. Una decisione presa con coscienza e ragionata su una serie di presupposti, più o meno chiari, che interessano me e tanti altri giovani come me.Don Giovannino: perchè non vado più in chiesa?
Percepisco, ma non so ancora ben spiegarmi tutti i perché, una forte differenza tra la visione tradizionale e cristiana del mondo, che mi è stata insegnata da bambina, e quella che nel quotidiano mi propone la società.
Con questa parola – società – voglio far rientrare tutto: da Piazza Zampillo ai mass-media, dalle mie giovani esperienze, alle esperienze dei giovani, da Santa Barbara al Vaticano, fino al modo di intendere la politica oggi.
Credo che il mio allontanamento dalla religione – quella che mi è stata insegnata – non sia solo un fatto personale. Con questo non voglio dire che il mondo sta perdendo la fede, ma che il concetto in sé di religione, in Occidente, sta cambiando.
Fra i cristiani, anche i più ferventi praticanti, mi sembra che si sia affermato un sistema del tutto personalizzato di credenze. Come se fossero stati inventati tanti “surrogati religiosi” quanti sono i fedeli.
C’è chi si scaglia contro il prete che non seppellisce l’uomo divorziato, chi – da prete – decide che sia giusto sposarsi, chi si dichiara cattolico, ma in fondo andare a messa non c’entra niente e chi a messa ci và, ma alla fine non è vero che il papa ha sempre ragione.
A fronte di tutto questo, posso pensare che la Chiesa senta la necessità di cambiare?
Se le cose stessero così, lo sforzo non sarebbe tanto quello di attualizzare il messaggio di Gesù (continua a essere indubbio il suo massimo valore etico e morale), quanto quello di ridefinire le figure istituzionali alla luce delle nuove percezioni sociali di cui ho appena parlato.
Trovo che il giornalino della Parrocchia possa diventare uno strumento molto utile per approfondire queste riflessioni. E io voglio sfruttare la possibilità che mi è data di dialogare con lei, come teologo e uomo di fede, per arrivare insieme a capire cos’ha di diverso la chiesa di oggi rispetto a quella di una volta e, in ultima analisi, come mai io non prego né vado a messa la domenica.
Con stima

Silvia Meloni


Carissima Silvia, grazie per esserti ricordata di me. Quanto alla tua lettera, mi dispiace non poterti rispondere subito per mancanza di spazio. Mi riprometto di farlo nel prossimo numero. Ti dico però che trovo in essa una montagna di perché, di dubbi e di interrogativi. Per dirla con una espressione molto conosciuta a Villacidro, nel tuo scritto c’è “di tutto, di più!”. E’ vero che tra i valori che ti sono stati insegnati quando eri bambina e lo stile di vita che propone l’attuale società c’è molta differenza. Naturale che ciò, oggi, crei confusione e che renda più faticosa l’individuazione e l’accettazione di punti fermi e condivisi. Vedo comunque che dentro di te c’è ancora grande interesse per il messaggio di Gesù. Potrebbe risultare un buon punto di partenza, che ne dici? Intanto sappi che la tua lettera l’ho passata ai ragazzi del liceo perché la discutano e, se lo vogliono, offrano a tutti il loro punto di vista. Intanto ti saluto con tantissima cordialità e stima.

Don Giovannino

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