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I cinque secoli della Basilica di San Pietro

Il 18 aprile scorso si è celebrato il mezzo millennio della fondazione della Basilica di San Pietro a ricordare il 18 aprile del 1506 quando papa Giulio II con le armi in pugno cacciava dall’Italia i barbari ponendo la 1° pietra della nuova San Pietro proprio dove da 13 secoli si venerava il sepolcro di Pietro e sulla preesistente basilica fatta erigere, con il permesso di Papa Silvestro I, da Costantino, l’imperatore che diede ai cristiani la libertà di professare la propria fede in Cristo Risorto. La crocifissione di san Pietro avvenne nel 64 o 67 dopo Cristo, fu sepolto nella necropoli già esistente sul colle Vaticano accanto al I cinque secoli della Basilica di San Pietroluogo del suo martirio. Intorno al 200 fu costruita una “aedicula” cioè un tempietto delimitato da un muro di 5 metri per 7 intonacato di rosso dove i pellegrini con graffiti lasciavano i loro messaggi. Nel 1960 in seguito agli scavi promossi da Pio XII sotto l’attuale basilica si rinvenne anche un frammento di quel muro rosso con un graffito leggibile che dice: “Petr (os) eni” cioè “Pietro è qui” confermando così l’antica tradizione che ha sempre venerato il luogo come il sepolcro di Pietro. E’, oggi, ancora visibile una colonnina del tempietto sotto il maestoso Cibario del Bernini. Se ancora persistessero dubbi sulla effettiva presenza del sepolcro di San Pietro, la scelta del luogo ne è una ulteriore conferma: per edificare proprio sul sepolcro i tecnici di Costantino dovettero faticare parecchio costruendo sul declivio del colle, occupato da tombe e soggetto ad infiltrazioni idriche, infatti, per gettare le fondamenta della basilica, si livellò il colle ricavando un piano di 290 metri per 90. D’altra parte si sarebbe costruito più facilmente. Alla morte di Costantino la basilica era a buon punto e fu completata nel 349. Di quella primitiva costruzione se ne è parlato recentemente in una trasmissione televisiva. Da allora molte furono le vicende storiche della basilica. Papa Gregorio Magno nel 590 rialzando di 1 metro e ½ il presbiterio consentì la costruzione di una cripta semianulare che permise ai fedeli di scendere vicino al venerato sepolcro. L’altare maggiore fu spostato poi in corrispondenza esatta con il sepolcro. Nel corso dei secoli i più grandi artisti lasciarono le più belle e grandiose opere che ancora ci incantano. Nell’800 vi fu incoronato Carlo Magno. Lo spirito che animò l’imperatore Costantino nel far costruire un luogo di culto enorme per i suoi tempi, ma giusto profeticamente, in cui i cristiani potessero ritrovarsi sul sepolcro del 1° Apostolo di Gesù, si percepisce ancora mentre le opere degli artisti esprimono la bellezza della fede. Nel 1452 il Papa Niccolò V progettò il restauro. Papa Giulio II nominò il Bramante architetto della basilica e nel 1506 fu posta la prima pietra. Nel 1538 dirigeva i lavori Antonio da Sangallo mentre nel 1514 la direzione passava a Raffaello. Gli succedette Michelangelo che arricchì San Pietro con le sue opere più grandiose: la Cupola e la cappella Sistina. Nel 1606 la basilica fu ancora ampliata e nel 1614 terminata la facciata. Furono quasi due secoli di lavori interminabili: progetti, contratti, lavori fatti e disfatti, spese enormi fino al 1667 col colonnato del Bernini a incorniciare o delimitare la piazza più grande e più bella del mondo. La necessità di reperire fondi determinò, in parte, la storia della Chiesa. Infatti Leone X stabilì che la raccolta del denaro poteva essere aiutata anche con la “vendita” delle indulgenze. Il forte zelo del frate incaricato a questo scopo, in Germania, scatenò l’indignazione di Martin Lutero con la conseguente scissione dalla Chiesa di Roma. La basilica ha avuto in seguito poche modifiche, solo restauri fino a quelli della Cappella Sistina col risultato che abbiamo potuto ammirare nell’Anno Santo! Tutto questo lo dobbiamo al fatto misterioso raccontato nel cap.23 degli Atti degli Apostoli in cui Gesù esorta Paolo a rendergli testimonianza anche a Roma. La stessa esortazione l’avrà avuta Pietro visto che a Roma entrambi avrebbero concluso, attraverso il martirio, la loro esistenza terrena.

Mariolina Lussu

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