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Il Vangelo di Giuda e il Codice da Vinci

All’inizio di marzo, a Washington negli Stati Uniti, è stato presentato agli studiosi un manoscritto intitolato Il Vangelo di Giuda. La sua scoperta è piuttosto recente (1978). Il papiro è stato rinvenuto in Egitto, risale al III secolo ed è una traduzione in lingua copta di un originale greco del secolo precedente. L’importanza di un documento così antico è evidente. Il suo valore, però, è stato enormemente amplificato e, quel che è peggio, distorto dal sensazionalismo che ruota intorno al romanzo Codice da Vinci che, proprio in questo antico testo troverebbe il suo supporto storico. In realtà, Il Vangelo di Giuda – e su questo concordano tutti gli studiosi – è un testo gnostico-cristiano che non offre alcuna informazione storica sulla vita di Gesù, in quanto piuttosto tardivo, mentre invece si rivela di primaria importanza per lo studio degli sviluppi dello gnosticismo cristiano nel II – III secolo.
Ai lettori mi permetto di ricordare che lo gnosticismo è una sorta di dottrina filosofico-religiosa che si inserisce all’interno della storia del cristianesimo nel II secolo. Esso mescola concezioni persiane, egiziane, greche, giudaiche e cristiane. Nega l’incarnazione di Gesù e sostiene che la vera identità del Signore era nota soltanto ad alcuni personaggi dei vangeli, come Tommaso, la Maddalena e Giuda. Solo ad essi, e in segreto, Gesù avrebbe manifestato la sua vera identità. Dunque, i veri illuminati sono unicamente coloro che conoscono i contenuti di questa rivelazione, appunto gli gnostici. La cristianità, da subito, reagì bollando come eretica la pretesa di una superiore conoscenza da parte dei seguaci della gnosi, accusandoli di tradimento. E così, questi finirono per identificarsi proprio con il traditore Giuda ribaltando i contenuti della fede e rinnegando i testi scritturistici di tutto il Nuovo Testamento. Giuda, secondo questa nuova interpretazione, non è il traditore, ma colui che da Gesù ha ricevuto la rivelazione autentica. I traditori sono gli altri discepoli. Come si vede, il Vangelo di Giuda, non ha alcuna relazione diretta con la tradizione orale di Gesù e con la predicazione della comunità cristiana delle origini. La composizione di questo scritto, infatti, la si colloca intorno ai 120/140 anni dopo la nascita delle prime comunità pasquali. Enfatizzare, come hanno fatto certuni, il contributo di questo testo alla comprensione del Gesù storico è perciò del tutto indebita e gratuita. Il Vangelo di Giuda è un testo gnostico-cristiano importantissimo per conoscere la vita e la teologia dei seguaci di tale dottrina, ma assolutamente inutile per la ricerca sul Gesù storico e sull’origine dei Vangeli canonici e delle prime comunità cristiane. Il Codice da Vinci sarà pure un grande e bel romanzo, ma è soltanto opera letteraria di pura fantasia. La fede dei cristiani è altra cosa.

 

Don Giovannino

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