Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Guardiamo al bello dello sport

Esiste ancora lo sport vero? quello in cui venivano esaltati i valori della correttezza, della lealtà, del rispetto reciproco? quel mondo affascinante, fatto di sogni e di obiettivi da raggiungere? Oggi, purtroppo, almeno stando a quanto ci viene presentato dai media, questo fascino sembra un po’ affievolirsi. Sempre più spesso assistiamo a fenomeni di violenza negli stadi, di corruzione, di sfruttamento di giovani sportivi e la diffusione delle pratiche di doping alla ricerca di guadagni rapidi. Si mettono talvolta in discussione gli aspetti etici e i principi di organizzazione diGuardiamo al bello dello sport quell’ambiente. Tutto questo fa si’ che l’atleta, fin da bambino, si ritrovi ad essere al centro di meccanismi asfissianti. L’obiettivo non è più partecipare e crescere armoniosamente aiutando il fisico, ma vincere sempre, annientare l’avversario, conquistare trofei a qualunque prezzo e inseguire il successo. Una mentalità questa che nulla ha a che vedere con il vero sport, perché il vero sport è fatto di regole, schemi e cultura morale da non oltrepassare. Ma quando è praticata correttamente, l’attività sportiva, così pure i suoi valori, coincidono perfettamente con i valori della persona. E' perciò fondamentale che soprattutto tra i più giovani, venga vissuta come elemento di aggregazione, socializzazione, partecipazione e costanza, affinchè gli elementi educativi in essa contenuti abituano chi la pratica ad un sincero e genuino contatto con gli altri e a costruire una migliore cultura del rispetto e dell’amicizia. Specie oggi, in cui i ragazzi, sempre più intrappolati nei videogiochi e nelle navigazioni di Internet, trascorrono gran parte del giorno immersi in realtà virtuali, che impediscono un vero rapporto con il mondo.
Un altro aspetto educativo dello sport, è la cultura dell’impegno: per ottenere un buon risultato, è necessario allenarsi a lungo, in tal modo si aiuta al sacrificio, non solo in ambito sportivo, ma anche nella vita quotidiana. Ne consegue una valida alternativa al “Voglio tutto e subito, senza alcuno sforzo” che, poi, è la stessa mentalità che conduce al doping e all’aiutino dei farmaci.
La stampa ed i mass-media possono offrire un contributo importante nel ricollocare lo sport nella giusta dimensione ed aiutare a guardare ad esso non solo dalla parte dei vincenti ma dando un senso anche alle inevitabili sconfitte, aiutando tutti noi a stare anche dalla parte dei perdenti, degli ultimi. Tutto ciò non vuol dire inseguire la sconfitta ma insegnare la lealtà e la stima nei confronti di chi vince ed educare non solo a gareggiare, ma anche a saper perdere.
E’ importante quindi accompagnare i giovani nel difficoltoso cammino di poter essere accolti anche nel limite e far sì che in ognuno possa crescere la consapevolezza che se non si arriva ai primi posti le occasioni per migliorare non mancheranno.

 

Mariella Bolacchi

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