Il nuovo anno che inizia mi porta a pensare a quell’incessante e lento camminare nell’oscurità che è la vita. Il capodanno che abbiamo appena festeggiato assomiglia soltanto a un momentaneo attimo di pausa che precede la ripresa del viaggio. Guai se non ci fosse, accanto a noi, la presenza rassicurante di chi ci sa e ci vuole consigliare, correggere e guidare in questo incerto incedere nel tempo. Queste amiche e sapienti figure, però, diventano sempre più rare, mentre invece paiono aumentare i profittatori e i falsi maestri che ci rabboniscono con le loro allettanti promesse e che poi finiscono per privarci anche della libertà. Costoro, invece di spronarci a proseguire il cammino con coraggio e determinazione, anche quando il sentiero si inerpica e si fa faticoso, ostentano sicurezza e sorrisi, offrendo soluzioni di comodo che di fatto ci spogliano della coscienza e dei valori, lasciandoci ancora più vuoti nello spirito. Contrabbandano come indispensabili le cose non necessarie e identificano la verità e il bene con ciò che piace e conviene. E così, mentre la clessidra del tempo continua inesorabile a svuotarsi dei nostri giorni, la mente ed il cuore avanzano, con paura, in quel grande mistero che è la vita, sempre più confusi e smarriti, tra nostalgie e desideri inespressi perché i profeti di comodo sanno ammaliare, ma non rasserenare, tutto scusare, ma senza spegnere le inquietudini.
Recuperiamo la speranza che ci dà la forza di andare avanti anche quando le prove vorrebbero bloccarci. Riprendiamo a credere in un’alba, in una meta, in un significato. Allora l’approdo ultimo non si risolverà in una dissoluzione nel nulla, perché comunque, come ci insegna la fede, alla fine splenderà la luce della grazia e della vita. Fidiamoci non degli insegnamenti degli uomini, ma della sapienza di Dio.