Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Dialoghiamo insieme:

"Perchè non vado a Messa?" Risposta alla lettera di Silvia:

Ricorderete la lettera di Silvia pubblicata nello scorso numero di novembre. Con molto garbo, mi comunicava che sono trascorsi un po’ di anni dall’ultima messa da lei ascoltata e che questa decisione l’aveva presa con coscienza e ragionata su presupposti più o meno chiari. "Perchè non vado a Messa?" Risposta alla lettera di Silvia:Mi scrive anche di avere percepito, - anche se ancora non riesce a spiegarsi tutti i perché, - che il motivo di fondo è dato dalla forte differenza che passa tra la visione tradizionale e cristiana del mondo che le è stata insegnata da bambina e quella che nel quotidiano le propone la società. Secondo lei, in Occidente sarebbe in atto un cambiamento del concetto di religione e, perfino tra i cristiani più convinti si starebbe affermando un sistema personalizzato di credenze. Come a dire: si dicono cristiani, ma poi fanno quello che vogliono. La lettera contiene anche questa domanda: “E’ possibile, e come, rinnovare la chiesa-istituzione, dal momento che del messaggio di Gesù continua ad essere indubbio il suo massimo valore etico e morale?”. Nella lettera poi Silvia si auspica che il giornalino della Parrocchia possa diventare uno strumento utile per approfondire queste riflessioni e per dialogare con me sacerdote “per arrivare insieme a capire cos’ha di diverso la chiesa di oggi rispetto a quella di una volta e, in ultima analisi, come mai io non prego e non vado a messa la domenica”. Questo il pensiero di Silvia che spero di avere riassunto in maniera corretta.
Ora provo a risponderti anche se, nelle tue riflessioni, colgo un sacco di interrogativi e di dubbi difficili da assemblare. Sono però convinto che le perplessità da te esposte siano comuni a tantissimi altri, e non solo tra i giovani. Per questo ho creduto bene di coinvolgere nel dialogo anche gli studenti di alcune classi del nostro liceo, che magari conosci e che sono quasi tuoi coetanei. Per quanto mi riguarda, ho scelto di approfondire una delle questioni da te sollevate nel Sottovoce. Qui invece mi permetto di appuntare piccole osservazioni su aspetti particolari che, forse, sanno solo di pignoleria. Te le presento in forma schematica: 1) La Messa non si ascolta, ma si partecipa e si traduce in vita (solo in questo caso ha un valore). 2) La forte differenza tra ciò che ti è stato insegnato da bambina e ciò che oggi vivi credo che riguardi tutto il vissuto e non solo la dimensione cristiana. Perché meravigliarsi di questo? 3) La soggettività della fede non è un problema di oggi. "Perchè non vado a Messa?" Risposta alla lettera di Silvia:Ricordo che già quarant’anni fa (quando ero studente) circolava la battuta: “Esistono tanti Gesù quante sono le teste che lo pensano”. E’ risaputo che ciascuno, anche nelle questioni importanti, tenta di tirare l’acqua al suo mulino. Non è giusto, ma accade. Dinanzi a queste situazioni, importante non è la denuncia, ma la coerenza. 4) Il messaggio di Gesù non conserva solo un valore etico e morale. Egli, per il credente, non è semplicemente un saggio e un virtuoso, ma il Cristo, cioè il Salvatore e il Figlio di Dio. Il cristiano vero è colui che lo accoglie come Signore della propria vita e della storia. Senza questa fede non si dà cristianesimo.
5) La comunità cristiana di oggi non ha nulla di diverso da quella di una volta. E’ vero che sono radicalmente cambiati i contesti, ma non i contenuti. La difficoltà di attualizzare la verità rivelata non significa che questa sia venuta meno o che non sia più proponibile.
Carissima Silvia, concludo inviandoti gli auguri più sinceri di Buon Natale. Ti avverto però che per i cristiani, anche per quelli poveri e incoerenti come me, il Natale non è incanto di luci e di cose, ma contemplazione e adorazione del Bambino che nel presepio giace in una mangiatoia. Ciao, Silvia.

Don Giovannino

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