Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
insieme
         

Il Vescovo Michele Antonio Aymerich

Michele Antonio Aymerich nacque a Cagliari nel 1738 dall’unione matrimoniale tra Antonio Giuseppe Aymerich e Maria Tommasa Brancifort. Prima di lui erano nati Ignazio (1734), erede del titolo di Marchese di Laconi, sposato con donna Maddalena Zatrillas Manca; Maria Francesca (1736), sposata con don Francesco Amat di Villarios. Dopo Michele Antonio nacquero invece Maria Caterina (1740), sposata con don Giacomo Manca dei marchesi di Thiesi; Anna Maria (1741), suora domenicana e Lucifero (1742).
Dal matrimonio vennero alla luce anche altri figli, ma morirono tutti in tenera età.Il Vescovo Michele Antonio Aymerich
Michele Antonio, dopo aver trascorso la sua fanciullezza a Cagliari, seguì gli studi universitari a Torino, dove si laureò brillantemente il 17 maggio 1760, divenendo dottore in utroque iure. La sua carriera si svolse nelle gerarchie ecclesiastiche dell’arcidiocesi di Cagliari. Promosso presbitero il 18 dicembre 1762, ricoprì la carica di Vicario Generale e, successivamente, quella di Vicario Capitolare, di cui fu decano per lungo tempo, dal 1764 al 1788. L’Aymerich fu anche giudice del Tribunale del Cancelliere Regio Apostolico che interveniva per dirimere i contrasti fra l’autorità ecclesiastica e quella statale.
Fu preconizzato vescovo di Ales e Terralba da papa Pio VI con bolla del 15 settembre 1788, su proposta regia del 19 marzo dello stesso anno. Pare che l’Aymerich, ricevuta la nomina, abbia dispensato dalla visita a Cagliari la delegazione del Capitolo di Ales che intendeva rendergli omaggio. Il 9 novembre del 1788, presso la cattedrale di Cagliari, fu consacrato vescovo per mano dell’arcivescovo Filippo Vittorio Melano. Con quella stessa data fu stampata a Cagliari la prima lettera pastorale diretta al clero e al popolo della diocesi di Ales e Terralba. La sua elezione vescovile fu salutata con la stampa di un volumetto, intitolato Applausi poetici - curato dal chierico Giovanni Melis -, che raccoglie rime, composte in italiano, latino, sardo, veneziano, castigliano ed altre lingue ancora, da illustri esponenti della vita culturale e religiosa dell’isola e, soprattutto, di Cagliari. L’Aymerich succedeva a mons. Giuseppe Maria Pilo, attivo riformatore e amatissimo vescovo, morto a Villacidro il primo gennaio del 1786. Nel gennaio del 1789 il nuovo vescovo, come il suo predecessore, inviò un questionario a ciascuno dei parroci per conoscere la situazione della sua diocesi, cui pochi risposero. Accortosi della scarsa osservanza dei decreti sinodali e di visita pastorale del Pilo, da lui confermati, emise una circolare che obbligava i parroci a inviargli un resoconto dell’attività parrocchiale. Da subito, iniziò le visite pastorali, tanto che alla fine del 1792 si fermò in 25 dei 43 paesi che facevano parte della diocesi. Le visite proseguirono negli anni successivi. La sua sorveglianza sui comportamenti del clero e dei fedeli fu molto assidua. Fervente del culto del Sacro Cuore di Gesù, rese più spaziosi gli ambienti del seminario di Ales, finanziò gli studi dei seminaristi poveri, con fondi propri, ma anche ripristinando le multe per le sepolture dentro le chiese. Risiedette tra Cagliari e Villacidro, centro quest’ultimo, dove fece edificare il terzo piano del palazzo vescovile. A Villacidro soggiornò lunghi periodi, anche in occasione di feste importanti come quella della Pasqua di Resurrezione e, nel 1798, per celebrare nella parrocchiale di Santa Barbara la funzione degli Olii Santi del Giovedì Santo. Il 31 dicembre 1795, nel palazzo episcopale di Villacidro accolse ospiti illustri, quali l’arcivescovo Della Torre, il governatore di Sassari Antioco Santuccio e i loro accompagnatori, condotti prigionieri a Cagliari dagli angioiani come oppositori del movimento antifeudale. Svolse un ruolo di primo piano durante il tentativo francese di invadere l’isola e nelle concitate fasi dell’insurrezione antipiemontese. Il 13 febbraio del 1797, in occasione del giuramento di fedeltà degli Stamenti al nuovo re Carlo Emanuele Carlo IV, fu scelto quale oratore, in virtù del suo legame privilegiato con casa Savoia. Dal 1801, a causa di una malattia, ridusse la sua attività pastorale. Morì improvvisamente, senza ricevere i sacramenti, per un colpo apoplettico, il 23 luglio 1806. L’Aymerich fu sepolto nel presbiterio della Chiesa di Santa Barbara in Villacidro. Un suo ritratto è conservato nell’episcopio di Ales.

Manuela Garau

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