Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
insieme
         

Il volto di Cristo in ogni sofferente

Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’”: queste parole del Vangelo di S. Marco sentite nella S. Messa di Domenica 23 luglio scorso, giornata dedicata al malato, sembravano rivolte da Gesù, buon Pastore, proprio alla numerosissima folla accorsa al “Carmine”Il volto di Cristo in ogni sofferente da ogni parte, con la consapevolezza che soltanto da Lui si può attingere nuova forza e consolazione per affrontare le avversità della vita e che soltanto con Lui la croce acquista significato e valore.
La S. Messa, celebrata da don Pierangelo Zedda e dal nostro parroco don Giovannino, è stata animata dal coro delle donne della parrocchia di Madonna del Rosario che hanno cantato brani in lingua sarda, alcuni dei quali composti dallo stesso maestro della corale, Sergio Camedda.
La piazzetta antistante e la collina su cui si adagia la chiesetta erano stracolme di fedeli!
Tanti davvero erano gli anziani e gli ammalati, provenienti anche da Sardara, Guspini e Gonnosfanadiga, che insieme ai loro accompagnatori, familiari e amici, hanno partecipato al rito in composto silenzio.
Con il contributo dell’Oftal diocesana, di Villacidro Soccorso, del personale della Casa di Riposo di Villacidro e di altri volontari, è stata risolta inoltre ogni difficoltà di trasporto e di cura degli ammalati e l’organizzazione della giornata è riuscita perfettamente. Anche il tempo meteorologico è stato propizio con una temperatura non eccessivamente calda.
Il volto di Cristo in ogni sofferenteDurante l’omelia, don Giovannino ha rimarcato come in questa festa non poteva mancare una giornata dedicata ai malati, essendo la Madonna, la Madre cui ci si rivolge in ogni momento di difficoltà e di dolore. Le sue riflessioni sulla malattia hanno portato l’assemblea a meditare sul senso della vita, sul dovere cristiano ed umano di aiutare le persone in difficoltà, non solo della propria famiglia ma anche di quelle che sono al di fuori di essa e che aspettano un conforto da noi. Una amorevole e buona assistenza infatti contribuisce ad alleviare la sofferenza di chi, purtroppo e suo malgrado, non è più autosufficiente per una grave patologia o per anzianità. Nel sofferente dobbiamo vedere il volto di Cristo. Né possiamo escludere la possibilità che un domani anche noi potremmo aver bisogno dello stesso aiuto, quando l’età avanzerà e le forze verranno meno.
Un invito quindi ad essere sempre altruisti e caritatevoli nei confronti del nostro prossimo!

Dina Madau

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