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Un popolo a onde corte: i Radioamatori  
       
Innanzitutto dobbiamo chiarire chi siano i radioamatori, una mera definizione potrebbe essere questa: “chi dispone in proprio di una stazione trasmittente e ricevente con cui può comunicare con altri che abbiano un analogo apparecchio”, ma in realtà c’è molto di più da sapere su questo mondo, i radioamatori sono praticamente un popolo! Perché popolo? Perché i radioamatori nel mondo sono davvero tanti, fino a oggi se ne contano più di due milioni, tre quarti dei quali concentrati tra Stati Uniti e Giappone.
Anche tra scienziati e personaggi famosi ci sono molti che utilizzano questo modo di comunicare, tra questi Francesco Cossiga o Re Hussein di Giordania e anche a Villacidro ci sono molti appassionati. I radioamatori esistono da quando esiste la radio ed è anche grazie a loro che ci son stati miglioramenti in questo campo, vengono anche conosciuti con la sigla SWL (ascoltatori di onde corte). I progressi che si sono avuti negli altri mezzi di telecomunicazione possono notarsi anche in questo campo, infatti ora tra i radioamatori esiste sia la trasmissione in voce sia quella digitale, come una sorta di internet dove ci si scambia immagini o suoni, quest’evoluzione è data dall’abbinamento tra ricevitore radio e computer. Se si è dotati di buone apparecchiature (e della patente di radiooperatore) si possono sentire le voci di militari durante le esercitazioni, le condizioni degli aeroporti nel mondo e la loro situazione metereologica, comunicazioni tra navi, pescatori che si mettono in contatto con la Capitaneria di porto o missionari dall’Africa che comunicano con le proprie Parrocchie…
Questo perché laddove non vi è la possibilità di utilizzare altri mezzi, per esempio i cellulari, è indispensabile trovare un’altra possibilità. Esistono però dei limiti, in teoria, infatti, si può parlare in radio solo di cose tecniche che riguardano l’apparecchio o i sistemi di trasmissione. A causa di questi limiti si è sentita negli anni la necessità di una regolamentazione seria che potesse tutelare i radioamatori italiani soggetti a restrizioni di frequenza, nonostante il loro operato sia riconosciuto legittimamente in tutto il mondo. Nel marzo 2003, dopo trenta anni di attesa, è stato emanato un Decreto di regolamentazione per i radioamatori che sancisce i loro diritti e doveri; dopo l’emanazione di questo documento rimangono altri problemi da risolvere come la tutela delle stazioni amatoriali e le norme previste contro la diffusione dell’inquinamento elettromagnetico, che verranno risolti al più presto. I radioamatori affiancano le autorità in vari servizi sociali, soprattutto nell’ambito della Protezione Civile, infatti se, per esempio, in caso di calamità naturale divengono impossibili le telecomunicazioni, intervengono dei radioamatori specializzati ad operare in situazioni d’emergenza dotati di apparecchiature capaci di funzionare
in autonomia per almeno tre giorni, anche senza energia elettrica. Ogni Prefettura è inoltre obbligata ad avere una sala operativa che possa ospitare antenne ed apparecchi radioamatoriali proprio per le situazioni d’emergenza, insomma, quello del radioamatore non è solo un hobby, ma un contributo determinante durante i cicloni, le inondazioni, i terremoti e tutte le volte in cui i normali canali di comunicazione non siano utilizzabili.
 
Francesca Ortu
   
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