insieme
         
Brevi da Villacidro
 
       
ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE
Con un finanziamento comunale di 188.506,77 euro sono stati adeguati gli impianti ed eliminate le barriere architettoniche dei locali dell’ex Pretura. Per la progettazione definitiva ed esecutiva è stato nominato l’ing. Michele Trudu. I lavori sono stati conclusi, ma si è in attesa del collaudo.
MIGLIORAMENTO DELLA VIABILITÀ CITTADINA
Con due distinti interventi, sono stati ultimati i lavori di miglioramento della viabilità cittadina. Il primo progetto, dell’importo 723.039,66 euro, è stato realizzato al 100%, ma sono in corso le pratiche di collaudo. Anche i lavori relativi al secondo progetto si sono conclusi, ma con un costo pari a 826.331,04 euro. Entrambi i lavori sono stati finanziati con fondi comunali.
CONSIGLIO COMUNALE
Giovedì 29 settembre è stato convocato in seduta straordinaria il Consiglio comunale per discutere otto punti all’ordine del giorno, tra cui la verifica degli equilibri del Bilancio 2005, la quarta e la quinta variazione di Bilancio, l’approvazione dell’integrazione al piano annuale delle opere pubbliche, nonché l’approvazione di una variante al Piano Particolareggiato della zona industriale.
CARTELLONISTICA DEL PARCO GIUSEPPE DESSÌ
Con un importo di 568.102,60 euro, ottenuti con fondi POR, sono iniziati i lavori di realizzazione dei cartelli turistici e culturali da sistemare in prossimità dei luoghi e dei monumenti del Parco letterario dedicato allo scrittore cagliaritano – villacidrese di Paese d’ombre. Il progetto esecutivo è dell’Ufficio tecnico del Comune, mentre la direzione dei lavori è stata affidata all’architetto Madau. A seguito di alcuni ritardi, i lavori sono ancora da ultimare.
CENTRO TURISTICO “CAMPUS DE MONTI”
Con un progetto degli ingegneri Floris e De Fanti e un finanziamento di 929.622,42 euro è stato realizzato il primo stralcio dei lavori di infrastrutturazione del centro turistico di “Campus de Monti”. Tali lavori sono già stati collaudati. Il secondo stralcio dei lavori, invece, devono essere ultimati.

 
Manuela Garau  
   
Centro di Ascolto e Osservatorio delle povertà
 
L'esperienza già maturata è ben lungi dal ritenere che il Centro di Ascolto (CdA) sia un luogo in cui si distribuiscono viveri, denaro, si pagano le bollette e via dicendo. Invece, alla luce dell’insegnamento evangelico e dello stesso magistero della Chiesa, il CdA è nient’altro che una realtà costitutiva della stessa comunità cristiana (parrocchiale, diocesana, ecc.). E’ il luogo in cui la comunità tutta, e non poche persone delegate con il “pallino della carità”, incontra quotidianamente le persone che vivono uno stato di disagio (economico, familiare, morale, ecc.). In questo senso il CdA è una specie di porta aperta al territorio, che si caratterizza anzitutto per la sua capacità di accogliere incondizionatamente le persone nella loro integrità (senza distinzione di razza, di sesso, di religione); ma in grado anche di ascoltare le storie di disagio: con mente fredda e cuore caldo, vale a dire con l’umanità derivante dall’essere uomini e donne di fede, unito al piglio del “buon padre di famiglia” che sa pensare alla concretezza dei vari problemi, fornendo – laddove possibile -, una prima risposta (cibo, lavoro, tutela dei diritti negati…) attraverso il coinvolgimento della comunità parrocchiale. E’ altrettanto importante, nel servizio svolto dai CdA, la funzione di orientamento: spesso si presentano delle persone i cui volti di sofferenza sono segnati da un insieme complesso di problemi, che vanno analizzati con cura per orientarle verso le soluzioni più adatte, a partire dalle risorse presenti sul territorio (strutture di accoglienza, patronati, servizi sociali, ecc.). In questo senso la comunità si fa promotrice di reti solidali: il territorio diventa luogo di animazione, promozione e di testimonianza della Carità. Associata indissolubilmente alla realtà dell’ascolto è quella della lettura dei bisogni delle persone e delle risorse presenti nella comunità territoriale. Sono gli Osservatori delle povertà e delle risorse. Essi hanno questa funzione specifica: leggere e osservare i fenomeni di disagio sociale e studiare il perché della loro esistenza; quali sono le cause, in quale contesto (sociale, demografico, economico, politico, culturale) si manifestano, interpellando la comunità ecclesiale e la società tutta in ordine ai differenti livelli di responsabilità. Non è e non vuol essere un’indebita ingerenza da parte della Chiesa su attività che sono tradizionalmente appannaggio delle agenzie statistiche e/o di indagine sociologica, ma è semplicemente un modo assolutamente coerente di annunciare il Vangelo nella sua pienezza, incarnandosi profeticamente nella storia umana.
 
Raffaele Callia – Caritas Sardegna
   
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