insieme
         
Opposizione alla scuola islamica  
       
Si sono sentite in queste ultime settimane opinioni diverse e opposte sull’opportunità o meno di autorizzare le scuole islamiche nel territorio italiano. A favore, si schierano, naturalmente, la gran maggioranza di persone pur risiedendo nel nostro paese da decenni. La loro cultura ha le basi nella religione musulmana e quindi, per quale motivo, in una nazione democratica non deve essere permesso il diritto ad avere una sede scolastica auto gestita e in linea con le loro tradizioni?
La controparte, invece, ritiene che l’occidente vede con timore il loro insediamento pensando che questo potrebbe favorire l’odio etnico religioso e dunque facilitare il terrorismo. Questo tipo d’atteggiamento ci fa riflettere e valutare se non è più civile e genuino verificare prima di attuare norme di repressione.L’esperienza d’integrazione nei paesi sudamericani, testimonia la convivenza serena
ed equilibrata tra le numerose scuole che furono create per coloro che nel dopo guerra si allontanarono dall’Europa e arrivarono a stabilirsi nell’America ispanica.
In quei luoghi sono presenti le diverse culture e tradizioni, compreso l’anglicanesimo, discrepante in molti aspetti con la tradizione cristiano-cattolica e predominante nella regione del Sud-America.
La scuola italiana, l’ebrea, la spagnola, la tedesca e persino le differenti espressioni del mondo arabo coesistono, conservando vive le loro tradizioni, senza che mai, queste manifestazioni costituissero diffidenza da parte dei cittadini originari di nazioni come l’Argentina, il Brasile, il Cile, l’Ecuador, l’Uruguay, il Venezuela, ecc… Qui, l’integrazione si è verificata priva di scontri e nel rispetto delle norme e dei programmi scolastici stabiliti in ogni stato in modo tale da costituire il raccordo e l’incontro tra le nuove generazioni.
L’Italia delle radici cristiane, scritto o meno nella Costituzione Europea, non può rinunciare alle sue tradizioni proponendo come soluzione l’imposizione di un laicismo neutro e insipido, al contrario, dovrà certamente accogliere
il fratello straniero di qualunque fede e offrire così la possibilità di armonizzare religione e usanze, nel rispetto però del Piano di studi del Ministero dell’Istruzione italiano
 
Lucia Bahamondes Zenteno
   
<<Torna ai titoli  
 
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
     
         
                 
sito realizzato da: Francesco Chia      
Copyright ©2004