insieme
         

Servo di Dio Gedeone Corrà

 
       
Esempio di intensa e autentica fede cristiana che gli ha permesso di affrontare le prove della vita senza mai arrendersi. La sua era una modesta famiglia di contadini. Il padre Rodolfo e la madre Angela, grandi lavoratori, con sacrifici e dignità, avevano cresciuto sei figli e dato ad ognuno di loro la possibilità di realizzarsi.
Una vita semplice e faticosa scandita dalle difficoltà del vivere in una cascina distante tre chilometri da Salizzole, paese di cinquemila abitanti in provincia di Verona.
Gedeone Corrà nacque il 18 settembre 1920. Debole di costituzione fisica, era riflessivo e pacato di carattere. Dal sorriso dolce e buono, molto riservato, mostrava invece grande sicurezza e volontà. Frequentò nel suo paese le scuole elementari. Nel 1930 fece la Prima Comunione e la Cresima a Isola della Scala dove la sua famiglia, due anni dopo, si trasferì.
Proseguì gli studi all’Avviamento Professionale e una volta conseguita la licenza si iscrisse al Liceo Scientifico in una località più vicina a Verona dove già studiava suo fratello Flavio al quale era molto legato. I due fecero assieme un percorso di partecipazione attiva nell’Azione Cattolica, riuscendo a coinvolgere molti altri giovani. La loro complicità non ha però mai impedito a Gedeone di fare le sue scelte in piena autonomia. Nel 1941 alla visita medica per il servizio militare, con suo rammarico, non risultò abile. Solo l’anno dopo, alla seconda visita, fu idoneo, ma ai servizi sedentari. Lo assegnarono all’Ufficio del Registro del suo paese e nel contempo intraprese gli studi universitari nella Facoltà di matematica e fisica a Bologna.
Gli eventi della guerra del 1944 lo costrinsero ad interrompere gli studi perché richiamato dalla Repubblica di Salò. Fu al fianco di suo fratello Flavio a portare soccorso dopo il bombardamento di Salizzole, ma dopo un anno di vita partigiana vennero arrestati dalle “brigate nere”. Trasferiti poi, assieme ad altri dieci militari, nel Comando tedesco e poi al Comando fascista di Verona, furono sottoposti a feroci torture. Da questo momento iniziò per i due fratelli una serie di agghiaccianti vicende. Caricati su un camion vennero portati al Campo di raccolta di Bolzano. Da gennaio 1945 si interruppero i contatti con la famiglia. Insieme a 420 altri sfortunati vennero trasferiti, su vagoni stipati all’inverosimile, al Campo di concentramento di Flossenburg nell’alta Baviera. All’arrivo, per le condizioni disumane

sofferte, si contarono una cinquantina di morti. Come in tutti gli altri luoghi di sterminio, anche a Flossenburg la malvagità degli aguzzini, andava oltre ogni immaginazione. La mancanza di cibo, i lavori forzati nella cava di pietra, l’impossibilità di curarsi, condannava i deportati ad un inesorabile e progressivo deperimento fisico e morale che li conduceva alla morte. I due fratelli neanche in questa situazione abbandonarono mai la fede, testimoniandola con tutte le loro forze in un servizio attento e premuroso agli altri prigionieri. Dalle loro mani non mancò mai il rosario fino a quando non fu loro strappato dagli aguzzini con pugni e calci. Ai primi di marzo, Gedeone si ammalò di bronchite che degenerò in broncopolmonite perché costretto a continuare a lavorare sotto bufere di neve. Al fratello fu impedito di aiutarlo e quando la sera tornò al campo non lo trovò più perché lo avevano portato in una baracca. Con l’aiuto di altri reclusi riuscì ad abbracciare il fratello ormai moribondo. Scambiò con lui qualche parola, poi venne allontanato. Gedeone, senza cure, senza cibo, solo e abbandonato, morì il 18 marzo 1945, Domenica di Passione. Flavio, inutilmente, cercava di vedere suo fratello, ma ogni volta veniva legato, bastonato e portato via con la forza. Riuscì a scappare per assistere al trasporto dei cadaveri verso il forno crematorio. Crollò in un profondo svenimento da cui non si riprese più. La mattina di Pasqua, 1° aprile 1945, fra lo sconforto dei compagni, rese anche lui la sua anima a Dio. Gedeone aveva 25 anni e Flavio 28. L’Azione Cattolica del loro paese, nel 1° anniversario della morte, pose una lapide commemorativa a fianco della chiesa parrocchiale. Dopo qualche anno ancora i due fratelli ricevettero la Laurea alla memoria in matematica e fisica. Nel 2003 si è conclusa la fase diocesana della causa di beatificazione.

 
 
   
<<Torna ai titoli  
 
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
     
         
                 
sito realizzato da: Francesco Chia      
Copyright ©2004