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La Madonna del Rosario di Pompei  
       
La Madonna di Pompei ha un culto molto antico, risale al XII secolo, epoca dell’istituzione dei domenicani che furono i maggiori divulgatori. La devozione della recita del rosario ebbe larga diffusione proprio per la facilità della sua pratica così adatta a chiunque, anche a chi non sapeva leggere. Per questo veniva chiamato il vangelo dei poveri.
Con la recita dei misteri si pregava e si meditava nello stesso tempo. Alla protezione della Vergine del Rosario venne attribuita la vittoria della flotta cristiana contro i turchi musulmani, nel 1571 a Lepanto. A seguito di questo, Papa Pio V (1504-1572) istituì nel 1572 la festa del S. Rosario. Dopo le apparizioni di Lourdes del 1858, nelle quali la Vergine raccomandò la devozione del rosario, alla Madonna vennero date svariate raffigurazioni artistiche. Statue, affreschi, quadri che la rappresentano con il Bambino in braccio e il rosario sempre in evidenza. Uno di questi quadri ha dato vita alla devozione della Madonna di Pompei, il cui culto si deve al Beato Bartolo Longo. L’avvocato Bartolo Longo, di temperamento esuberante, da giovane si dedicò al ballo, alla scherma e alla musica; intraprese poi gli studi in forma privata e dopo l’Unità d’Italia si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza di Napoli. Fu colpito dallo spirito anticlericale che in quegli anni dominava l’Ateneo napoletano, tanto da farsi coinvolgere fino a partecipare a manifestazioni contro il papa e il clero in genere.
Dubbioso sulla religione, si lasciò attrarre dallo spiritismo al punto di diventare celebrante dei riti. L’incontro con il domenicano padre Radente fu importantissimo perché con i suoi consigli e con la sua dottrina riuscì a ricondurlo alla fede cattolica e alle pratiche religiose. Una volta laureato, intraprese la carriera di avvocato che però abbandonò presto per dedicare la sua vita interamente ad opere assistenziali e di carità. Divenne amministratore dei beni della contessa Marianna de Fusco e istitutore dei suoi figli. Per seguire gli interessi della contessa, proprietaria di terreni e abitazioni nel territorio di Pompei, si recava personalmente nei campi avvicinando così contadini e operai che vivevano nella totale ignoranza religiosa. Prese ad insegnare loro il catechismo, a trasmettere il valore della preghiera anche con la recita del rosario. Ebbe in dono, da una suora, una vecchia tela, molto rovinata, raffigurante la Madonna del Rosario. Restauratala alla meglio, la portò verso la valle di Pompei e per l’ultimo tratto riuscì a caricarla in un carro che trasportava letame. Il quadro venne subito esposto nella chiesetta parrocchiale e da quel giorno la Madonna elargì abbondanza di grazie e miracoli. La chiesa fu centro di grande spiritualità per i pellegrini e devoti sempre in aumento, tanto da rendersi necessaria la costruzione di un tempio più grande. Nel giro di un anno, nel 1887, grazie alle offerte che giungevano da ogni parte d’ Italia, il Santuario di Pompei fu completato e sopra l’altare venne collocato, adeguatamente restaurato, il quadro della Madonna che venne benedetto da papa Leone XIII. Veramente innumerevoli sono le opere di carattere sociale e religioso da attribuire a Bartolo Longo: scuole, case per anziani, ospedali, laboratori, alloggi per i pellegrini, orfanotrofi. Fondò diversi Istituti religiosi e una tipografia che tutt’ora stampa il suo periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei”. Il Santuario venne impreziosito e ulteriormente ampliato. Morì nel 1926 e fu sepolto nella cripta. E’ sua la supplica che si recita l’8 maggio.
 
   
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