insieme
         
Un pomeriggio al parco  
       
Dopo aver fatto due passi per le vie del Paese, ci siamo seduti a riposare su una panchina del Parco di Via Repubblica. Un parco quasi deserto se non per la presenza nostra e di pochi gruppetti di ragazzi. Un papà passeggiava accompagnando i suoi due bambini in tenera età alla scoperta delle meraviglie che lo stesso parco offre. Per i bambini che scoprono il mondo, tutto è meraviglia. Seduti sulla panchina, ci guardavamo attorno, meravigliandoci a nostra volta pur avendo superato da un pezzo l’età delle scoperte e per essendo consapevoli, d’altra parte, che nella vita le sorprese non finiscono mai se solo si ha l’accortezza di osservare le cose che si svolgono attorno a noi. E abbiamo fatto anche noi, quel giorno, la nostra scoperta.
Un gruppo di giovani si distingueva dagli altri per il loro agitarsi. Due o tre formavano il nucleo principale, armati di telefonino lo usavano in continuazione. Ben presto ci siamo resi conto che le telefonate avevano una motivazione ben precisa: servivano a chiamare altri giovani. Questi, uno alla volta, arrivavano, sostavano dietro un muretto dov’erano riparati, si allontanavano subito con un pugno chiuso, segno evidente che vi nascondevano qualcosa. Come non osservare? E dall’osservazione è scaturito che gli stessi giovani che si avvicinavano avevano in mano qualcosa che, a distanza abbiamo giudicato come banconota da venti euro. Banconota ripiegata che miracolosamente spariva dalle loro mani in cambio di altro che veniva loro consegnato. Decine i giovani che a turno si avvicinavano, per la maggior parte giovanissimi. Le mie reazioni istintive non sono state certo quelle di stare, ma in contemporanea è anche scattata in me la molla che mi ricordava che non posso cambiare il mondo da solo, ma con una mobilitazione comune di tutti coloro che hanno responsabilità educative. In particolare, occorrerebbe sollecitare i genitori affinché seguano di più i figli adolescenti prima che si trovino in situazioni incontrollabili. Inoltre, sempre i genitori potrebbero fare qualche comparsa nel parco scoraggiando così un simile, dannoso traffico. Le forze dell’ordine e il sindaco dovrebbero adoperarsi affinché lo stesso parco venga controllato di più e a quel nucleo di giovani venga meno la prepotenza con la quale lo gestiscono. È evidente, infatti, che la presenza di adulti li disturba tanto che quando noi ci siamo spostati loro hanno prontamente occupato la panchina prima di altri intrusi. Tanto mi premuro di segnalare convinto come sono che si possa e si debba fare qualcosa.
Due cittadini
 
Genitori distratti: attenti!
Tanto non fa male e poi i soldi in tasca ci sono! Problemi? Noia? Niente di tutto questo: basta una canna o una pasticca. Ci dicono gli esperti e l’esperienza: l’età della droga si è abbassata vertiginosamente tanto da poter dire che lo spinello / canna lo si fuma in prima media, magari da ragazzi o ragazze considerati insospettabili, brillanti a scuola e che forse fanno anche sport. Sarà bene ricordare che gli spinelli non sono più quelli di una volta, dal momento che risultano 7-8 volte più potenti e capaci di provocare effetti allucinogeni prima sconosciuti. Come comportarsi e come correggere questo scenario così profondamente mutato? La facilità nel procurarsi la droga, il costo ormai alla portata di tutti, il rischio che a 14-15 anni si possa avere già dipendenza da cocaina e eroina non possono non allarmare. E le cause? Quando si afferma che si stanno modificando i valori e il modo di affrontare la vita non si vuole fare facile moralismo, ma indicare la ragione che sta a monte della deriva cui si rischia di giungere nei prossimi anni se non si prende coscienza e non ci si responsabilizza. Le anticipazioni sulla Relazione annuale sulle tossicodipendenze della Presidenza del Consiglio risultano davvero allarmanti. Oggi il primo contatto con la droga (soprattutto cannabis) – anche a Villacidro – può aversi già a 11 anni mentre ci sono adolescenti di 15-16 anni per i quali l’uso provoca già dipendenza. Nel 1999 l’età media del primo contatto con le sostanze stupefacenti era intorno ai 25 anni, nel 2004 (cioè dopo appena 5 anni) era già scesa a 15 anni. Come si vede il problema sta diventando sempre più incontrollabile. Davanti a tutto questo è assolutamente vietato distrarsi per quanti hanno a cuore il futuro delle giovani generazioni (educatori, insegnanti, agenzie educative, parrocchia e in primis genitori): la posta in gioco è veramente alta. Come si potrebbe far finta di niente?
S.V.
   
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