insieme
         
Notti de lugori  
       
Sabato 9 luglio scorso in “Sa cruxi de Seddanus” la terza edizione di “Notti de Lugori” ci ha regalato una serata di ottimo livello. Già il titolo fa pensare ad una notte di luna che fa più belle tutte le cose: il cielo stellato, l’ampia vallata con le sue luci tremolanti come diademi, l’ombra scura dei monti che ci sovrasta, lo stormire dei pini e il profumo della resina, quale scenario più bello per questa serata tra musica, canto, vento, teatro e poesia?
La piazza ci ha accolto con le bellissime note della Alleluia di Haendel. Si sono esibiti il nostro coro polifonico diretto dal maestro Atzori, quello di Carbonia diretto da Arianna Cocco, il coro di voci bianche della Scuola Media Loru Satta preparati dalla professoressa Carreras, la Banda Musicale “Santa Cecilia” diretta da Marco Carboni in cui prevalgono i giovanissimi. Per il teatro anche quest’anno si è esibito il bravissimo Mario Medas, in un brano di teatro sardo: “Sa scomuniga de predi Antiogu”, in cui un prete di campagna, furibondo per essere stato derubato delle sue poche capre, inveisce e maledice i presunti malfattori che hanno osato privarlo della sua fonte di sostentamento.
Nel suo accorato e comico sfogo, con espressioni forti e colorite, maledice e scomunica chi ha osato entrare nel suo cortile e perpetrare tale danno. Il Medas, grande attore del teatro sardo, mi fa ricordare un altro fatto rispecchiante anch’esso un epoca , quella del dopoguerra, in cui anche pochi animali da cortile costituivano un tesoro da custodire poiché solennizzavano il pranzo nelle feste importanti.
Proprio in una di quelle domeniche era a pranzo da noi un vecchio prete diocesano che raccontava a mio padre la sua indignazione perché le poche galline che aveva non gli davano più uova… e mentre spolpava il cosciotto della nostra vecchia gallina, sollevando gli occhi al cielo minacciava le proprie dicendo: minci das pappu … minci das pappu ! “ Non abbiamo più dimenticato la scena dell’ospite che tra un boccone e l’altro , rosso come un peperone, esprimeva tutto il suo risentimento verso quelle povere galline che non deponevano più un uovo!
La serata ci ha regalato con Peppino Patteri canti e musica con la chitarra, le launeddas e altri strumenti etnici. Hanno chiuso la serata con la poesia Giovanni Piras ed Efisio Cadoni, il quale ha dato voce e anima all’aglio, alle cipolle, al basilico, bulbi odorosi ed erbe che insaporiscono e condiscono i nostri piatti .
 
Mariolina Lussu
   
<<Torna ai titoli  
 
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
     
         
                 
sito realizzato da: Francesco Chia      
Copyright ©2004