Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Villacidro oggi
 

La rabbia e il dolore sono sempre vivi nel cuore dei villacidresi per quanto è accaduto ad opera di mani sconsiderate (a dir poco…). Come si possono attenuare, se lo scenario desolante causato dall’incendio è sempre lì, davanti agli occhi di tutti? Ho sempre ritenuto che Villacidro fosse, paesaggisticamente, il paese più bello di tutto il Mediocampidano. Da ogni entrata si coglieva una vista stupenda, uno spettacolo della natura capace di rilassare e di fare rivolgere un pensiero di gratitudine al Creatore per tanta bellezza. Non esagero, se ultimamente certe riflessioni mi hanno portato a questa conclusione: cosa può trattenere oggi a Villacidro il turista o chi lo avesse scelto perché centro tranquillo, accogliente, non lontano dalla città? Forse il verde della natura, la buona aria (così si diceva), i paesaggi? Non è che fino a ieri abbiamo sognato? Villacidro presentava i vantaggi della città senza averne i disagi. Oggi, non è più così. Traffico disordinato, strisce pedonali inesistenti o appena percepibili, aria pesante che ogni giorno odora di fumo. Per non parlare dei costi delle case, sia in vendita che in affitto (in città si trova quasi di meglio). E le tasse? Non se ne parli. Ormai sono arrivate ad incidere in modo molto pesante sui bilanci familiari. Che dire poi dei servizi? Ieri tutto sembrava a dimensione d’uomo, quasi un antidoto allo stress da città. E su questo si potrebbe aprire un capitolo lungo pagine. Più di questo spazio non ho, ma è quanto basta per alcune importanti osservazioni, discostandomi naturalmente dall’interesse personale e proiettandomi in quelle che sono le esigenze di un qualunque cittadino. Si è fatto tanto chiasso per l’apertura di grosse attività commerciali dislocate molto lontano dal centro abitato e attribuendo a queste la chiusura di molti negozi nel territorio urbano, mentre ora nessuno sembra più contestare la politica di accentramento di servizi primari in una unica aria urbana, alquanto scomoda. Il vero problema qual’è? La crisi è data da un tipo di scelte che non ha tenuto conto delle esigenze della popolazione. Pensiamo ad esempio alla sede dei vigili urbani e dei servizi sociali difficilmente raggiungibili. La vita un po’ frenetica anche a Villacidro, porta il cittadino comune a sentirsi limitato e condizionato nella sua corsa quotidiana. Non si sofferma di certo ad ammirare tutti i giorni il Lavatoio, gli manca invece la libera circolazione nel centro storico. Che fatica, infatti, trovare parcheggio! Chi non abita attorno alla parrocchia ha la stessa difficoltà. Chi va in Comune, ugualmente. Chi va in farmacia, lo stesso. La soluzione a tutto ciò? Spostare i servizi in periferia, anche se manca un servizio di bus cittadino. E chi non ha la macchina? E gli anziani, soprattutto se soli? E’ vero che il paese si sta espandendo nella parte bassa del territorio, ma perché fare morire il centro storico e i quartieri della parte alta dell’abitato con scelte scriteriate? E la tragedia dei servizi sanitari, compresi quelli offerti dai medici di base? Circola la voce, infine, che ad ottobre, anche per una semplice ricetta, la stragrande maggioranza dei nostri parrocchiani dovrà recarsi chilometri lontano. E intanto, il centro storico, con il rinnovato maquillage, continua la sua lenta agonia assieme alle poche utenze ancora presenti che già da tempo languiscono.
Come si fa a definire queste innovazioni un rinnovamento a vantaggio dei cittadini?

 

Non siamo d’accordo

Parrebbe che i medici di base abbiano intenzione di trasferire i propri ambulatori nei locali messi a disposizione dalla ASL in Via Rossa. Già molti cittadini residenti nella nostra parrocchia avevano mal sopportato la decisione di alcuni medici di riunirsi in un poliambulatorio in Via Ciusa. Per fortuna, non tutti avevano aderito e, dunque, la possibilità di un servizio ambulatoriale non troppo distante dalle proprie abitazioni era, in qualche modo, assicurato. Questa scelta di trasferirsi in una sede che risulta più distante della precedente di quasi un altro chilometro, però, non la possiamo proprio accettare. Perché aggravare di disagi i cittadini che risiedono nella parte alta del paese? Possibile che non significhi niente il fatto che il quartiere del Carmine, unitamente alle vie Garibaldi, Viale Don Bosco, Tuveri, Pineta e Vittorio Emanuele, - insieme a tutte le strade ad esse viciniori, - distano più di due chilometri dai locali della ASL? E visto che parliamo di medici, essere costretti a percorrere due chilometri ad andare e due per tornare (e stavolta in salita) in pieno inverno sotto la pioggia e in estate con il solleone, chi non comprende che si tratta di disagi che certamente non giovano alla salute?
Se poi consideriamo che una significativa percentuale dei nostri parrocchiani è anziana e non dispone di mezzi propri? Essi poi, sono i più bisognosi di farmaci e, dunque, risultano essere anche i frequentatori più abituali degli ambulatori.
Chiediamo pertanto ai nostri Amministratori di farsi portavoce di questi disagi, reali e non ipotetici, intervenendo presso i medici perché riconsiderino tale scelta e prendano coscienza delle difficoltà a cui sottoporrebbero migliaia (perché di migliaia si tratta!) di cittadini se dovessero perseverare nel progetto di trasferire gli ambulatori medici in Via Rossa. Aspettiamo con fiducia.

 

M.Rita Marras

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