Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Emergenza educativa e preadolescenti
 

Con sempre maggiore frequenza ci è dato leggere storie sconvolgenti, al limite dell’incredibile, che vedono protagonisti ragazzi e adolescenti. Storie vere, purtroppo. Non passa giorno che i media non ci informino di casi sempre più inverosimili e sconcertanti. Si dice che la piazza preferita per far viaggiare simili notizie sia internet. Qui tra blog e chat pare sia possibile incontrare una preadolescenza sconosciuta al mondo adulto. Il fenomeno, naturalmente, viene analizzato e studiato da tanti esperti. Giornalisti, sociologi e psicologi fanno a gara nel dire la loro, talvolta con rigore scientifico, altre volte con inchieste ad effetto, sensazionalistiche e finalizzate alla clientela delle testate commerciali. La situazione viene con preoccupazione osservata e dibattuta anche da tanti genitori, educatori e istituzioni (chiesa e scuola innanzitutto). Si è infatti consapevoli che oggi, comunicare valori a chi si trova in questa fascia di età, sta diventando sempre più problematico.
Penso anch’io a queste difficoltà, mentre inizia il nuovo anno pastorale. Come affrontare l’emergenza educativa? Come annunciare la persona di Gesù e il suo vangelo a ragazzi fortemente distratti e condizionati da una cultura che induce a stili comportamentali che ignorano ed escludono Dio dalla vita? A prima vista, la risposta a questi interrogativi conduce al pessimismo e alla rassegnazione e, tra chi è avanti negli anni, alla nostalgia di un passato che non c’è più. E invece sappiamo bene quanto sarebbe controproducente un atteggiamento che mortifica la voglia di sperimentare vie nuove, di rimettersi continuamente in gioco e di affrontare la realtà senza pregiudizi, con coraggio e ottimismo. Probabilmente è giunto il tempo che noi adulti ci impegniamo a ripensare con più attenzione ai risvolti negativi che certi eccessi presenti nella società provocano nel cuore dei nostri ragazzi. I sogni e le frustrazioni, le paure e i desideri, unite al bisogno di una interiorità da condividere con una persona che si ritiene fidata e amica, non appartengono soltanto al mondo degli adulti, ma sono sensazioni ed esperienze di cui avvertono l’esigenza anche i così detti “minori”. La droga diffusa (quanti genitori sono al corrente del numero di spinelli che i loro figli si “fanno” ogni giorno?), il culto esasperato della perfezione fisica, la banalizzazione del sesso, la chimera del denaro e dell’appagamento facile dei propri desideri, sono diventati un assoluto per gli adolescenti perché certo mondo adulto non sa proporre altro nella sua superficialità. Li illudono predicando la possibilità di una felicità immediata, senza mai parlare dell’importanza dell’impegno e del valore del sacrificio come vie obbligate alla realizzazione di sé come persone. E ancora, come non pensare ai tanti genitori che non dialogano con i loro figli, tutti presi come sono dai loro problemi e dalla loro quotidianità’? Sta di fatto che per molti papà e mamme, i figli restano degli sconosciuti di cui non si riescono a immaginare né sentimenti, né bisogni. Capita, così, che di fronte ai fatti di cronaca nera con minorenni protagonisti, si crede con distacco di essere in presenza di casi limite che si verificano soltanto all’interno di specifici strati sociali, senza mai supporre che al fondo di quel che succede c’è sempre una carenza di azione formativa. “La nostra – dicono – è una famiglia a posto”. E intanto continuano a vivere come mondi separati, senza preoccuparsi di conoscere le attese, le difficoltà e le chiusure dei loro figli, senza informarsi degli amici coi quali escono, dei luoghi che frequentano, del comportamento che tengono quando sono lontani da casa. Occorre invece vigilanza, apertura e dialogo senza mai dare nulla per scontato. Sono i figli, in assoluto, il bene più grande per i quali vale la pena di spendersi. E niente è più umano ed efficace di una corretta e solida educazione e formazione della persona al senso di responsabilità verso se stessi e gli altri. Anche la comunità cristiana e, nello specifico, la parrocchia, sente il bisogno-dovere di proporre a tutti, compresi i ragazzi, cammini di crescita incentrati sulla persona di Gesù e sui valori del vangelo. Si tratta di un mondo ideale straordinario, bello e gioioso che tanti, però, evitano, per paura dell’impegno e della responsabilità. Motivi superficiali che rattristano, che però non possono, in alcun modo, spingere a svuotare il messaggio dei suoi contenuti ideali. D’altronde si sa: ciò che vale, costa.

 

Don Giovannino

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