Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
   
Un dramma che si allarga
 

Alla fine di quest’anno, secondo quanto afferma l’Organizzazione Internazionale del lavoro, la disoccupazione giovanile nel mondo raggiungerà gli oltre 81 milioni di persone. In un solo anno la crisi economica ha prodotto 6,6 milioni di giovani disoccupati. E se si pensa che nel decennio 1998/2007, l’aumento medio annuale era stato di appena 192 mila unità, l’aumento in percentuale ha dell’impressionante: oltre trenta volte tanto. Scarsa anche la probabilità di trovare lavoro decente in termini qualitativi ed economici. E del resto da noi sempre più laureati allungano le file della disoccupazione di lungo periodo. A fare eccezione, fra le economie avanzate, sembra restare solo la Germania, dove il tasso di disoccupazione giovanile è all’incirca pari a quello adulto. Facile anche capire che i giovani delle economie progredite non sono nelle stesse condizioni dei loro coetanei che, ad esempio, abitano nel continente più povero e cioè l’Africa. Per questi ultimi il lavoro rappresenta l’unica insostituibile fonte di sostentamento quotidiano, perciò un periodo piuttosto lungo di inattività diventa del tutto inaccettabile è impossibile da reggere. Da noi si può anche restare (non tutti ovviamente) nella più o meno agiata attesa di un’occupazione di qualità anche se poi si evidenziano crescenti segnali di scoraggiamento e di pessimismo. Che dire poi dei 152 milioni di lavoratori sotto i 25 anni che possono contare su un reddito di 1,25 dollari al giorno (meno di un euro), costretti a lavorare con orari assurdi e impediti di frequentare scuole e qualsiasi tipo di istruzione che invece potrebbero diventare una vera arma di emancipazione dalla povertà. Bauman diceva “occorre ormai imparare una nuova arte di vivere caratterizzata dall’incertezza. La strada per riuscire consiste nell’imparare ad imparare”. Si è parlato molto in questi ultimi anni della necessità di maggiori contatti dal mondo del lavoro con la scuola così da consentire una più agevole transizione della scuola verso il sistema produttivo, ma i risultati appaiono ancora molto modesti. Non sempre, ad esempio, le abilità possedute dai lavoratori sono in linea con quelle richieste dal mercato. La scarsa crescita economica (cui corrisponde un altrettanto scarsa crescita occupazionale) poi fa il resto. Altri argomenti di grande attualità e che potrebbe dare una mano alla disoccupazione giovanile è quello della partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese. Finora se si eccettua l’erogazione del premio di risultato, si è fatta poca strada per le resistenze sia del mondo imprenditoriale che di parte del sindacato (Cgil). A spingere in questa direzione è da sempre la Cisl e la dottrina sociale della Chiesa la quale, dalla Rerum novarum in poi, caldeggia che nel rapporto tra lavoro e capitale si sia posto per la partecipazione dei lavoratori alla proprietà, alla sua gestione sui frutti. A difendere il diritto alla partecipazione è infine la stessa Costituzione. All’art. 46 infatti afferma: “La Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi alla gestioni delle aziende”.

 

Salvo Vorini

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