Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
   
L’oblio del Natale
 

Pensando al Natale della mia infanzia mi verrebbe da dire in questi giorni “C’era una volta il Natale”. Sì, perché con l’arrivo del consumismo la vita sociale dell’Occidente – e pian piano del mondo intero – è stata stravolta in senso materialistico. Ciò che conta è l’apparenza, le luci, gli addobbi, i regali, le abbuffate. Man mano che si avvicina la fatidica data del 25 dicembre si assiste ad un andirivieni sempre più frenetico verso i centri commerciali, i negozi “in” e quelli a più alta specializzazione tecnologica. Se poi, all’ultima ora, ci si accorge di aver dimenticato l’amica della zia o il nipotino, tanto carino, della signora incontrata al mare in agosto, si rimedia rifilando qualcuno degli oggetti assolutamente inutili ricevuti in dono l’anno prima. Quello che mi dà più fastidio è l’accanimento che sa quasi di disperazione, nel cercare in tutti i modi di parlare del Natale come una poesia. Ma come giustificare una festa plurimillenaria cristiana con l’affarismo che ha preso il predominio? Non so se avete notato che perfino nei cartoncini augurali è scomparso ogni riferimento alla ricorrenza cristiana e la stessa parola “natale” è stata annullata dal linguaggio ufficiale in molti paesi del nostro mondo occidentale. Le indagini statistiche ci rivelano che in molte nazioni europee, tra le nuove generazioni soprattutto, il numero di coloro che non sanno chi si festeggia a Natale è in continua crescita. Si salvano un po’ l’Italia e i Paesi dell’Est, la Grecia, Malta e pochi altri. Se si perdono i valori di riferimento, se il cuore si identifica nel possesso di un elettrodomestico all’ultimo grido, in un abito alla moda o in un utensile supertecnologico, come potrà esserci spazio per la poesia, la spiritualità, la gioia per un giorno irripetibile e unico? Non sono le cose che si accumulano a rendere felice l’uomo, ma la capacità di interiorizzare un evento, di respirarne il messaggio, di attendere con trepidazione il compiersi, lasciandosi afferrare dal messaggio che ne proviene. No, questo non è Natale, è solo commercio, business, qualcosa da consumare con intensità secondo la logica del “mordi e fuggi”, in attesa della prossima occasione. Ci saranno gli addobbi, i negozi pieni di ogni ben di Dio, le pattumiere stracolme di cibo per la voluttà scomposta di chi pensa soltanto a sé, ma non è Natale visto anzi che si configura come il rinnegamento spudorato dei valori che questa festa vorrebbe annunciare. Per quanto mi riguarda cercherò ancora una volta di rifugiarmi nell’angolino dei ricordi del mio Natale, dove a predominare era la dimensione religiosa e spirituale e la preparazione della festa allora era tutta orientata ad esaltare il mistero della nascita di Gesù. Ricordate? Chi ci portava i regali, Gesù Bambino, babbo natale, oppure il portafoglio di mamma e papà? E la gioia della famiglia al completo per i pasti e per i giochi che ci entusiasmavano e che ci tenevano uniti per serate intere? Nei miei ricordi di bambina riaffiora, oltre al gioco della tombola anche un altro divertentissimo passatempo che riuniva la famiglia: il gioco de “su barralliccu”. Una trottolina a quattro facciate che indicava il premio conquistato o ciò che si perdeva. Il capitale, per ciascuno, erano noccioline. Cari genitori, mi piacerebbe che si tornasse alla semplicità di un tempo per rivivere con profondità interiore e nel calore delle famiglie la vera poesia del Natale cristiano che non necessita di tante cose, ma dell’accoglienza sincera del Figlio di Dio che viene ad abitare in mezzo a noi. Auguri sinceri di Buon Natale e sereno anno nuovo.

 

M. Rita Marras

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